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Superbonus, obbligati a fare video per dimostrare lavori: ingegneri si ribellano

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi). Mentre in città ed in tutta la provincia si moltiplicano i cantieri aperti con il super bonus 110, è scattata la protesta degli ingegneri iscritti agli ordini delle province campane che in una nota diffusa in queste ore contestano le richieste di alcuni player che richiedono la presentazione dei video come attestazione dei lavori svolti.

Nella nota diffusa, infatti, dai cinque ordini professionali degli Ingegneri della Campania, a firma dei rispettivi presidenti – Giovanni Acerra (Avellino), Ivan Verlingieri (Benevento), Carlo Raucci (Caserta), Edoardo Cosenza (Napoli) e Raffaele Taratera (Salerno) – si stigmatizza la richiesta, da parte dei maggiori cosiddetti ‘player’, di preparare dei video a testimonianza della veridicità delle attività lavorative eseguite nell’ambito del superbonus. Questo il testo del documento.

“Dopo ormai due anni di continui mutamenti della legge sul superbonus che sembrava essere il nuovo piano Marshall per la comunità tecnica, si sta assistendo a qualcosa che nemmeno la più fervida immaginazione poteva pensare. Dopo le asseverazioni, le assicurazioni, il Durc di congruità, le autodichiarazioni e gli atti di notorietà, alcuni dei maggiori player che comprano i crediti derivanti dalle attività superbonus stanno chiedendo ai tecnici asseveratori di preparare dei video a testimonianza della veridicità delle lavorazioni eseguite e da loro progettate e dirette.

Tale richiesta nasconde in sé un’ignoranza normativa ed un totale disprezzo della categoria che denigra il titolo della professione ai limiti della legalità. Si ricorda che l’iscrizione all’albo professionale è un obbligo di legge per l’esercizio della professione, previsto anche nella nostra Costituzione all’art.33, di cui gli Ordini professionali rappresentano l’ente di prossimità garante del corretto operato degli iscritti a tutela della società.La dimostrazione con un video del proprio operato svilisce la figura stessa del professionista che è alla stregua di un mero esecutore privo di alcuna autorità come invece la sua etica, deontologia e professionalità gli impone. Pur comprendendo quindi le preoccupazioni degli enti coinvolti nel processo di rendicontazione, riteniamo che la procedura adottata sia inappropriata e lesiva per la figura del professionista e pertanto esprimiamo totale contrarietà a questo ulteriore onere che non garantisce alcuna sicurezza aggiuntiva alle procedure già ampiamente garantiste, ma mina solo la credibilità di un’intera classe di professionisti. Condividiamo la posizione della Rete delle Professioni Tecniche. Con l’aiuto di tutti i nostri iscritti – conclude la nota – sempre attenti alle novità che si susseguono in campo normativo, continueremo a monitorare la situazione a salvaguardia della tutela dell’esercizio della professione dei nostri prestigiosi Ordini professionali”.

Le richieste

No alle asseverazioni video per il superbonus. L’Ordine degli Ingegneri di Napoli – si legge in una nota – col presidente Edoardo Cosenza, insieme agli altri quattro Ordini della Campania, con i rispettivi presidenti Giovanni Acerra (Avellino), Ivan Verlingieri (Benevento), Carlo Raucci (Caserta), Raffaele Taratera (Salerno), si fa interprete del malcontento degli iscritti rispetto alla nuova procedura di certificazione dei lavori.

Gli Ordini degli Ingegneri della Campania insorgono dopo la richiesta avanzata dalla società Deloitte di presentare un breve video realizzato dal tecnico asseveratore, per conto del proprio cliente, da allegare alla pratica per il riconoscimento del Superbonus, con l’obiettivo di illustrare rapidamente l’intervento effettuato e prevenire eventuali frodi.

“Tale procedura, oltre che lesiva della dignità dei professionisti, appare per giunta superflua – prosegue la nota – in quanto agli Ordini è già demandata dalla Costituzione la funzione di garante della legalità a cui dunque tutti gli iscritti devono attenersi. Gli ingegneri campani si dichiarano quindi in completa sintonia col dissenso già espresso in merito dalla Rete delle Professioni Tecniche (Rpt) e dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri”.

“La procedura richiesta da Deloitte – prosegue la nota – rischia di ingolfare e rallentare ulteriormente le pratiche per il riconoscimento del bonus, strumento indispensabile per ridare ossigeno a un settore trainante, specie nel Mezzogiorno, come l’edilizia, dopo ormai due anni di continui mutamenti della legge sul Superbonus che sembrava essere il nuovo Piano Marshall anche per la comunità tecnica oltre che per la filiera delle costruzioni. Pur comprendendo quindi le preoccupazioni degli enti coinvolti nel processo di rendicontazione riteniamo che la procedura adottata sia inappropriata e lesiva per la figura del professionista e pertanto esprimiamo totale contrarietà a questo ulteriore onere che non garantisce alcuna sicurezza aggiuntiva alle procedure già ampiamente garantiste, ma mina solo la credibilità di un’intera classe di professionisti”.