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Sindaco ucciso, l’intercettazione choc della moglie di Cioffi con la sorella: “Tiro dentro tutta la squadra”

MADDALONI/CASAGIOVE/AVERSA. La moglie dell’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del sindaco Angelo Vassallo, non ci stava a che solo lui, tra i suoi colleghi, rischiasse di essere coinvolto nel delitto e, parlando con la sorella, manifesta l’intenzione di rivelare agli inquirenti tutti i nomi della “squadra”.

E’ quanto si legge nel decreto di perquisizione a carico di nove indagati, tra cui lo stesso ex brigadiere Cioffi, il tenente colonnello Fabio Cagnazzo, e il carabiniere Luigi Molaro. In una intercettazione ambientale dell’aprile 2018, citata nel provvedimento, Emilia D’Albenzio (non indagata, ndr), chef maddalonese e figlia del defunto Domenico D’Albenzio conosciuto come “Mimì o’ Faraone”, parla con la sorella Concetta delle indagini.

L’intercettazione

EMILIA – Ehm hanno fatto… hanno messo tutto quanto insieme. Sono andati a scavare tutto quello che c’era, tutto quanto. Ma poi c’era Cagnazzo. Eh! Ora pure loro pensano che…. non pensano se Lazzaro dice la verità…
CONCETTA – E intanto il nome è venuto fuori solo il suo.
EMILIA – E’ venuto fuori solo il suo?
CONCETTA – Uhm
EMILIA – Cagnazzo teneva la casa
CONCETTA – Ce l’hai detto che lui era della squadra?
EMILIA – Eh! CONCETTA – E’ venuto fuori solo il nome suo!
EMILIA – Sì, sì! Glieli vado a fare io i nomi. Se è così, io parlo! Non me ne fotto proprio. Solo mio marito?!
CONCETTA – Va buò, parli, dici: ‘Ma non ci stavamo solo noi’
EMILIA – Eh!
CONCETTA – Eh, eh..! ‘Ed è solo indagato mio marito della squadra’.

La posizione della Dda

Secondo la Dda di Salerno da questa intercettazione “si ricava l’intenzione della donna, qualora il marito fosse stato effettivamente coinvolto nelle indagini sull’omicidio, di fornire agli organi investigativi i nomi di tutti i carabinieri della ‘squadra’ che in quelle contingenze temporali erano stati ad Acciaroli e di disvelarne lei stessa – qualora non l’avesse fatto il marito – il loro coinvolgimento nei fatti che, in quel momento, sembravano essere contestati solo a Cioffi”.

La famiglia di Vassallo: “Spiraglio di luce”

“Finalmente dopo dodici anni si apre uno spiraglio di luce. Come avvocato dei fratelli Dario e Massimo Vassallo non posso che esprimere speranza e soddisfazione perché stavamo perdendo la speranza”. Lo ha detto all’ANSA l’avvocato Antonio Ingroia in merito ai nuovi sviluppi investigativi legati all’omicidio del sindaco Angelo Vassallo.

“La Procura di Salerno, da quello che leggiamo, sembra convalidare a pieno la ricostruzione che noi avevamo fatto in merito alla posizione di Cagnazzo che era stata archiviata. Una tesi che abbiamo riproposto diversi anni fa perché ritenevamo che quella fosse la pista più giusta: il traffico di sostanze stupefacenti e la complicità di una componente deviata dell’Arma dei carabinieri dove il depistaggio era motivato da un coinvolgimento nell’omicidio. Di fronte all’enormità delle accuse, però, mi sembra che l’azione della Procura di Salerno sia stata un po’ timida e tardiva. Lo dico nel massimo del rispetto e della stima di miei ex colleghi di cui ho sempre apprezzato l’attività. Ma i cittadini si aspettano maggior coraggio dalla magistratura”.