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Paese conteso tra clan, boss cerca intesa ma viene arrestato

 

GRAZZANISE/CASAL DI PRINCIPE/CASAPESENNA. Un paese conteso tra i vertici dei due clan più potenti della federazione casalese. E’ sul maxi appalto della rete fognaria che si è trovata l’intesa in grado di evitare una guerra di camorra.

A rivelarlo è stato proprio lui che quella lotta avrebbe dovuto avviarla, Nicola Schiavone, il primogenito del boss Francesco Schiavone Sandokan, e che ora ha smosso gli equilibri criminali da collaboratore di giustizia. I suoi verbali di interrogatorio sono stati infatti depositati nel processo di secondo grado su turbativa d’asta e concorso esterno in associazione mafiosa. Schiavone jr ha spiegato di aver utilizzato come intermediario per il territorio grazzanisano Elio Diana che aveva anche rapporti con l’allora sindaco e con gli Zagaria.

Mi comunicò dell’indizione della gara. Ricordo che gli diedi ampio mandato per curare direttamente lo svolgimento e il buon esito della stessa. Mi disse che si sarebbe attivato personalmente per garantire ad imprenditori collusi con noi del gruppo di Schiavone l’aggiudicazione dei lavori”.

Alla gara si interessò pure Michele Zagaria in persona: “Con lui in quel periodo avevo un rapporto teso e così aveva due possibilità: o proporre a Zagaria di fare il lavoro o oppure andare allo scontro, rivendicando Grazzanise come zona di competenza della famiglia Schiavone. A Diana dissi di procedere per preparare l’assegnazione della gara, contattando l’ufficio Tecnico, e poi ci saremmo aggiornati allo scopo di prendere la decisione”

Schiavone non riuscì più a seguire l’appalto perchè venne arrestato: anche per lui l’aggiudicazione finì poi un’associazione di imprese riconducibile proprio alla cosca di Casapesenna.