Skip to main content

Tentato omicidio nel rione, stangata per il ras dei Belforte: verdetto lo inchioda

CASERTA. Tentato omicidio, stangata per il ras dei Belforte. Nel processo con rito abbreviato il gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Minio ha condannato Giovanni Capone, capozona casertano dei Belforte, alla pena di 8 anni e 6 mesi di reclusione per il tentato omicidio di Gennaro Rondinone. Accolta in toto la tesi della Procura e della parte civile, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Foglia.

In una precedente udienza Capone senior si era peraltro autoaccusato dell’aggressione per la quale è stato arrestato e recentemente scarcerato  il figlio Raffaele Capone, 27 anni.

I fatti contestati si sono verificati il 22 settembre scorso nel parco “Rosalia”, rione popolare del capoluogo. Dalle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e realizzate dai carabinieri della Compagnia Caserta, è emerso che il 41enne si era recato con il fratello a casa dei due indagati per dirimere una questione sorta tra di loro nei giorni precedenti, quando è stato aggredito con piatti, bicchieri e altri oggetti.

Il 41enne e il fratello sono così scappati ma sono stati inseguiti dal 27enne con il padre, che armati di coltello hanno colpito alle spalle i due fuggitivi, prendendosela soprattutto con il 41enne, circondato e ferito in parti vitali. Per i carabinieri non è stato facile ricostruire l’accaduto, viste le tante testimonianze discordanti raccolte sul luogo del fatto; decisive si sono rivelate invece le immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza, che hanno consentito agli investigatori dell’Arma di osservare la fuga dei due fratelli e il forsennato inseguimento dei due indagati. Peraltro il 27enne, che si è accanito maggiormente con il coltello, è fuggito dopo il fatto facendo perdere le proprie tracce.

I fatti

I Rondinone si sarebbe resi protagonista di una spedizione punitiva dai Capone coi quali c’erano stati screzi a quanto pare per il noleggio di un’auto. Al termine di una lite Raffaele Capone avrebbe preso a pugno uno dei Rondinone, decisi a vendicarsi. I due fratelli si recarono così sotto casa del ras dei Belforte Giovanni Capone, ristretto ai domiciliari.
Il referente casertano provò a difendersi lanciando oggetti dalla finestra ma venne poi raggiunto e ferito da un coltello. I Rondinone nella fuga caddero dalla moto e furono intercettati da Capone junior. Tutti hanno negato il coinvolgimento nei fatti di violenza e qualcuno, al momento di darsi refertare, ha parlato addirittura di incidente domestico.