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Addio al custode della chiesa e simbolo degli zampognari: due comunità in lutto

MARCIANISE/GRICIGNANO D’AVERSA. E’ andato via in punta di piedi dopo una vita trascorsa a tenere accese le tradizioni religiose e non solo cittadine. Si è spento a 74 anni Angelo Maria, per tanti “l’ultimo zampognaro” di Marcianise, ma per molti il custode della chiesa di Santa Venere. L’addio a Gricignano d’Aversa, la città dove viveva.

Così lo ricorda il sindaco di Marcianise Antonello Velardi: “Mi arriva la notizia – e per me è un colpo al cuore – del decesso di Angelo Maria. Aveva appena 74 anni; se n’è andato sabato, ieri si sono già svolti i funerali a Gricignano d’Aversa. Abitava lì con la famiglia ma era marcianisano e a Marcianise era legatissimo. La sua dipartita è un colpo al cuore perché con lui se ne va un pezzo importante di Marcianise, un pezzo dallo straordinario significato antropologico. Basta guardare la sua foto qui sotto e lo riconoscerete: era uno degli zampognari storici di Marcianise. Ogni anno andava in giro, casa per casa, a portarci l’annuncio del Natale. Lo faceva per passione e anche per dovere. Una straordinaria passione. Non si è mai fermato, neanche nei momenti difficili del covid: ricordo che mi chiese – e io firmai ben volentieri – un permesso speciale per suonare la sua zampogna quando fortissimo era il rischio di contagio e c’era l’obbligo di non uscire di casa.”

Ma Angelo era altro ancora: ero uno dei “custodi” della nostra amatissima chiesa di Santa Venere. Era lì, ogni mattina, alle sette, a verificare che fosse tutto a posto, a pregare, a ribadire con la sua presenza che quel tempietto era una parte della sua storia e anche della storia di Marcianise. Accoglieva i viandanti, coloro che – tra una corsa e l’altra – consideravano e continuano a considerare Santa Venere una tappa obbligata. A ricordare quel suo amore sconfinato c’è ora, attaccato su uno dei due pilastri esterni, il suo annuncio funebre. Sono grato ad Angelo perché, nella sua semplicità ma nella sua grande concretezza, ha contribuito in modo determinante a tenere viva una tradizione, a non disperdere una parte per me importante della nostra storia, del nostro modo d’essere. È stato un custode della Storia, quella con la esse maiuscola.”

“Sono certo che continuerà a guardarci sorridente dalle praterie celesti e a suonare da lì, con le sue zampogne, sollecitando tutti noi a tenere vivo l’interesse per le tradizioni, per Santa Venere. Per quel mondo contadino che è parte di noi, che è noi stessi. Ai familiari le più affettuose condoglianze. A lui una dolce carezza e un grazie grande quanto il mondo. Riposi in pace, come è giusto che sia.”