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I fidanzatini-killer si scambiavano 800 messaggi al giorno: “Volevano uccidere tutti”

CERVINARA/ARIENZO. Una relazione da 64550 messaggi. Tanti sono quelli censiti nella perizia discussa ieri in tribunale per Giovanni Limata ed Elena Gioia, i due fidanzantini accusati dell’omicidio di Aldo Gioia, il padre di lei. Si scrivevano 800 messaggi al giorno, alla media di un anno al minuto.

Secondo la dottoressa Ferracuti, perito nominato dal tribunale, si tratta di “Due personalità fortemente disturbate, la relazione in sé è di carattere psicotico. In psicopatologia si chiama follia a due, Giovanni ed Elena si contagiano a vicenda e si potenziano”. I due erano così estraniati dalla realtà che pensavano che gli altri si sarebbero accorti del delitto solo per le bollette non pagate: “Volevano davvero di uccidere tutti, di prendere lo zainetto e di andarsi a sposare sulla spiaggia”.

Giovanni Limata, residente a Cervinara originario da parte materna della frazione Costa di Arienzo,è difeso dagli avvocati Kalpana Marro e Fabio Russo, mentre Elena Gioia è assistita dall’avvocato Livia Rossi del foro di Roma.

Pesanti le accuse per i due fidanzatini. Dovranno rispondere di avere ucciso in modo premeditato di Aldo Gioia. Il terribile fatto di sangue avvenne la sera di venerdì 24 aprile, lungo il principale corso della città di Avellino.

La porta di casa al 23enne di Cervinara fu aperta da Elena Gioia. Secondo i piani dei due fidanzati, l’intera famiglia della ragazza doveva essere sterminata senza pietà. Ma, probabilmente, proprio la resistenza del padre di Elena mise in allarme gli altri componenti del nucleo familiare e tutto sfumò.