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Nuovi Quaqquaroni, Dda mette il turbo: chiusa indagine per 7

MARCIANISE. La Dda serra i tempi e chiude le indagini per le sette persone accusate di far parte dei nuovi Quaqquarone. In queste ore la conclusione delle indagini è stata notificata nei confronti di Agostino Piccolo, Gaetano Monica e Salvatore Letizia (fratello del collaboratore di giustizia Primo Letizia), Ottavio Sorbo, Gaetano Viciglione, Amedeo Belvisto e Pasquale Regino.

I sette sono tutti a rischio processo e sono assistiti dagli avvocati Nicola Russo, Mariano Omarto, Umberto Elia e Mirella Baldascino.

Le accuse

Associazione camorristica, detenzione di armi ed estorsione con il metodo mafioso: sono i reati contestati alle sette persone arrestate all’alba dalla Polizia di Stato su ordine del gip del tribunale di Napoli, e ritenute organiche al clan Piccolo-Letizia operante nel Casertano in particolare nei comuni di Marcianise, Macerata Campania, Capodrise.

L’indagine coordinata dalla Distrettuale Antimafia di Napoli e realizzata dalla Squadra Mobile di Caserta, è partita nel 2019 dopo un’altra operazione che ha portato all’arresto dei capi del clan Piccolo, cosca che si contrappone da decenni a colpi di sanguinose faide all’altro storico clan di Marcianise, i Belforte; in quella circostanza finirono agli arresti anche elementi del clan Perreca di Macerata Campania, alleato dei Piccolo.

Dopo il blitz gli inquirenti hanno cercato di capire chi fossero gli altri elementi che di muovevano attorno ai capi, scoprendo l’identità degli incaricati delle richieste estorsive verso gli imprenditori. Sono stati così ricostruiti, anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, numerosi episodi estorsivi. Gli indagati realizzavano intimidazioni armate all’indirizzo degli imprenditori taglieggiati, operanti nei settori più disparati (rivendita di autovetture, edilizia, onoranze funebri, smaltimento di rifiuti, supermercati, abbigliamento, pet food e altro). Le pretese estorsive, che giungevano fino alla somma di 2-3000 euro, da corrispondersi in occasione delle festività natalizie e pasquali, sono culminate talvolta nel danneggiamento, a colpi d’arma da fuoco, delle sedi delle aziende taglieggiate per costringere i titolari a pagare. Nel corso delle indagini sono state sequestrate armi, come una pistola calibro 9ž21 con matricola abrasa completa di caricatore e 16 cartucce.