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Truffa alle banche, retata della Finanza: scattano arresti

Aversa. Maxi operazione delle fiamme gialle in provincia.

Il Gruppo di Aversa ha eseguito un’ordinanza con la quale è stata disposta l’applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di diversi soggetti ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di reati per truffa ai danni di un Istituto di credito di rilevanza internazionale.

L’indagine

La Procura ha diretto l’esecuzione di un’Ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, con la quale e stata disposta l’applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di diversi soggetti ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati dì associazione per delinquere, truffa, falsità ideologica commessa da privati in atti pubblici, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, riciclaggio ed auto-riciclaggio. All’esito delle indagini dirette da quest’Autorità. Giudiziaria e svolte dai finanzieri del Gruppo di Aversa e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Napoli — emergeva che gli odierni indagati avevano costituito un sodalizio dedito alla commissione di ingenti truffe ai danni di un istituto di credito di rilevanza internazionale, consistite nell’indebito ottenimento di mutui ipotecari per l’acquisto di immobili e finanziamenti per asserite operazioni di ristrutturazione, attraverso una serie di artifici e raggiri (tra cui falsificazioni di documenti reddituali, operazioni finanziarie simulate) finalizzati a indurre in errore l’ente erogatore circa la sussistenza, da parte dei rispettivi richiedenti, delle condizioni patrimoniali necessarie per l’ottenimento dei prestiti.

In particolare, l’ideatore del sistema fraudolento, nonché promotore dell’organizzazione, avvalendosi della collaborazione degli altri sodali — tra cui anche un promotore finanziario ed un dipendente dell’istituto di credito, successivamente licenziato — provvedeva a effettuare, preventivamente, mirati bonifici bancari a favore dei soggetti richiedenti i predetti finanziamenti, i quali, solo in tal modo, potevano dimostrare all’Ente erogatore di possedere i requisiti di solvibilità occorrenti per l’avvio ed positivo esito della procedura di finanziamento. Successivamente, una volta ottenuta l’erogazione del prestito, il predetto soggetto riacquisiva dai beneficiari le somme originariamente messe a loro disposizione, aumentate di un ulteriore importo, corrispondente al “prezzo” della sua prestazione illecita.