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Ponte e uscita A30 bloccate, Casertano paralizzato nello snodo chiave

MARCIANISE/MADDALONI.  “I ritardi nei lavori per la riapertura del ponte ferroviario sull’A1 e delle opere di realizzazione del casello autostradale di Maddaloni sull’A30 danneggiano fortemente l’efficienza dell’interporto di Maddaloni-Marcianise. Sono infrastrutture strategiche per il Casertano e la Campania, bloccate però da inaccettabili lungaggini burocratiche”.

Affronta i due nodi infrastrutturali più importanti la denuncia del segretario casertano della sigla dei trasporti Filt-Cgil Angelo Lustro, che da tempo invia lettere alle istituzioni, ad iniziare dalla Prefettura, per sollecitare la realizzazione delle due opere che dovrebbero facilitare il sistema di intermodalità dell’interporto di Maddaloni-Marcianise e soprattutto assicurarne quello sviluppo che non c’è mai stato. Il caso meno complesso è quello del Ponte Ferroviario sull’A1, destinato ai treni merci che vanno all’interporto; 22 mesi fa un convoglio deragliò danneggiando la struttura, che è stata poi sequestrata dalla magistratura e solo qualche mese dissequestro per consentire lo svolgimento dei lavori che entro giugno dovrebbero portare alla riapertura; ma nel frattempo il traffico ferroviario ha avuto enormi pressioni e problemi, “visto che i treni merci, in assenza del ponte, sono costretti a passare per Caserta creando un effetto imbuto” spiega Lustro.

“Ventidue mesi tra intervento della Procura e lavori sono troppi, la burocrazia deve adeguarsi ai ritmi veloci degli scambi economici”. Più complessa la vicenda del casello autostradale sull’A30 che dovrebbe uscire proprio all’interporto. “Stiamo attendendo da anni – dice Lustro – che la Soprintendenza decida in meriti ad una tomba rinvenuta nell’area del cantiere. Perché tutto questo tempo? Ora più che mai – aggiunge Lustro – è in gioco il futuro, soprattutto per le opere e i progetti previsti per il Sud Italia. Le opere già sono condizionate dalla riduzione dei fondi assegnati nell’ambito del Pnrr: erano previsti fondi per oltre il 60%, poi ne sono stati assegnati dal Governo solo il 40% e di questi alla fine, rispetto ai programmi del Governo, siamo oggi al 20%. Si pensi alla Sanità, alla Scuola, alle Infrastrutture per Trasporti e Viabilità, alla Digitalizzazione: nel nostro Paese le opere previste sono in maggioranza al nord e al centro dello stivale. Il Sud deve essere visto come occasione di crescita e di sviluppo per tutta l’Italia e non come un problema” conclude Angelo Lustro.