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Antropoli & Co. si salvano: non fu camorra, condanna solo per lo schiaffo

CAPUA. L’ex sindaco Carmine Antropoli non è stato favorito dal clan. La Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere smonta il castello accusatorio e assolte dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa il chirurgo: scagionati anche gli ex consiglieri Marco Ricci e Guido Taglialatela.

Antropoli, Ricci e Armando Porciello sono stati condannati solo per violenza privata a un anno e un mese a ciascuno per la vicenda dello schiaffo assestato dal pentito Francesco Zagaria ad Armando Porciello nello studio di Sant’Angelo in Formis.

Proprio Zagaria è il vero sconfitto da questo round: ha incassato 9 mesi per lo schiaffo ma soprattutto 17 anni e mezzo totali per la vicenda del duplice omicidio Caterino-De Falco e il racconto non è stato ritenuto credibile. Al termine della requisitoria il pm aveva chiesto 10 anni per Antropoli, 10 anni per Ricci, 4 anni per Taglialatela e 8 anni e mezzo per Zagaria.

L’accusa

Secondo la Dda proprio la presenza dell’ex imprenditore ora diventato collaboratore di giustizia negli incontri avrebbe orientato le candidature in una lista e influenzato alcune dinamiche grazie a quel pacchetto di quasi 200 voti che poteva far convogliare sul candidato.

Antropoli era accusato dalla Dda di aver stretto un patto con Francesco Zagaria, detto “Ciccio ‘e Brezza”, dal nome della frazione di Capua dove risiede, considerato referente del boss omonimo Michele Zagaria. Un patto che avrebbe condizionato le elezioni comunali di Capua del 2016, cui Antropoli non si candidò perché era stato sindaco per due consiliature dal 2006 al 2016, facendo però candidare un proprio fedelissimo, che poi perse. Secondo i carabinieri ci sarebbe stato più di un incontro, sempre prima delle elezioni comunali del 2016, tra Antropoli e i due affiliati, in cui si parlava di politica.