RECALE. Incarna l’unica alternativa alla Recale dei Porfidia. Un’ampia coalizione ha affidato a lui il compito di formare una squadra competitiva e, soprattutto, di elaborare un programma che soddisfi quel desiderio diffuso di futuro, a dispetto delle sofferenza di bilancio e di un immobilismo tacciato per normalità. Sarà Angelo Racioppoli, 44 anni, manager che proviene dal mondo dei servizi e delle infrastrutture, a sfidare il sindaco uscente alle Amministrative del 12 giugno.
Per quale motivo ha scelto di candidarsi?
“Perché non si può pretendere che una città cambi, se non siamo i primi a volerla cambiare, se non siamo disposti a rompere i soliti schemi, le solite contrapposizioni, ad abbandonare la nostra zona di confort; così come non si può governare Recale e fare a meno dei recalesi, di chi ci è nato e di chi ha scelto di viverci. Poi, ero stanco di una comunità in cui i cittadini sono relegati al ruolo di spettatori passivi di un’inerzia che ci sta sottraendo progetti e sogni. Chi ci governa ha spento ogni slancio sociale, ogni tentativo di accendere un dibattito pubblico, un confronto sui temi. Il senso della politica è unire, stimolare il civismo e provare a migliorare le cose, la vita delle persone, volare alto”.
Il suo nome è riuscito a compattare il fronte contro i Porfidia…
“Non la metterei in questi termini. La mia candidatura è per Recale, non contro qualcuno. Però, è indubbio che non appena è iniziato a circolare il mio nome ho sùbito percepito un grande entusiasmo tra cittadini, associazioni, partiti politici, movimenti, grandi elettori, come non era mai successo prima. Rispetto a questa chiamata civica è emerso in me, forte, il dovere di esserci, di offrire a Recale un’alternativa. Ci lega un patto nobile, lontano da interessi di parte e da clientele, e connotato dall’impegno di servire, con disciplina e onore, la città, per aprirle strade nuove, ridisegnare speranze, guardare al futuro. Recale, però, ha bisogno di tutti, dell’aiuto, piccolo o grande, che ognuno potrà offrire; ha bisogno di riscoprire il senso di comunità, l’orgoglio di tornare ad essere Recale. Il 12 giugno saremo chiamati a una scelta: continuare a rassegnarci ad un presente grigio oppure scrivere una storia diversa, per noi e per i nostri figli. Dipende solo da noi”.
Politica e sociale hanno sempre caratterizzato la sua vita…
“È vero. Nel 1997, a soli 19 anni, mi sono candidato nella lista de L’Ulivo e sono stato eletto consigliere comunale nella maggioranza del sindaco Ovidio Gadola. In seguito, sono stato collaboratore parlamentare di Pierino Squeglia, il mio professore di Lettere al liceo “Federico Quercia” di Marcianise; due esperienze formative che ho trasfuso nei miei studi, laureandomi in Scienze politiche alla Seconda università di Napoli, con una tesi in Filosofia del diritto sul rapporto tra persona, istituzione e potere. Sono membro del Collegamento campano contro le camorre “Gennaro Franciosi”; socio fondatore del “Collettivo Paula”, un’organizzazione no profit che lotta contro ogni forma di violenza, stereotipo e pregiudizio; e sono fiero di aver fatto parte di “Cruna”, associazione che ha Recale ha vinto battaglie memorabili a difesa dell’ambiente”.
Cosa immagina di poter fare per la sua città?
“Tanto! Per i giovani, per le donne, per le persone fragili. Il mio lavoro in una società che in Italia eroga servizi e realizza infrastrutture mi ha fatto comprendere i bisogni delle comunità e i meccanismi della pubblica amministrazione. È fondamentale conoscere, fino in fondo, i cittadini, che sarebbe un errore considerare un’entità collettiva e indistinta: ogni città, anche piccola, è formata da quartieri e ogni quartiere, da persone, le cui necessità sono diverse e mutevoli. Ho imparato a gestire questa complessità e farla diventare una risorsa: so come promuovere lo sviluppo di un territorio, esaltandone le peculiarità, come attrarre finanziamenti, come superare la burocrazia che frena la crescita”.
Perché i recalesi dovrebbero votarla?
“Per due ragioni. Perché il mio avversario la sua opportunità l’ha avuta e, secondo il parere di molti, l’ha sprecata. E perché tra i postumi di due anni di pandemia, gli echi di guerra e le incertezze economiche e sociali che ne derivano, la vulnerabilità è entrata, con prepotenza, nella vita dei cittadini. Non si scherza più! Oggi, le comunità non possono permettersi il lusso di galleggiare, di accontentarsi di qualche striscia pedonale e un po’ di ordinaria amministrazione. O eleggono sindaci e giunte capaci di immaginare, progettare, realizzare, magari facendo rete con altri Comuni oppure la ripresa promessa dal PNRR si rivelerà per Recale l’ennesima occasione perduta. È una sfida entusiasmante, che possiamo vincere”.
È vero che sta scrivendo il programma elettorale con i cittadini?
“Sì, l’idea è partita proprio da loro. Sto ricevendo decine di messaggi e di telefonate su proposte e suggerimenti per rendere Recale più bella e accogliente. Ho le idee chiare, naturalmente, e i problemi da risolvere sono tanti e sotto gli occhi di tutti. Sono altrettanto convinto, però, che il contributo dei cittadini sia determinante, oggi e dopo le elezioni. Ho, quindi, attivato un indirizzo email (ideeperecale@angeloracioppolisindaco.it) a cui ognuno può inviare al sua priorità, piccola o grande che sia. L’ascolto dei cittadini è, per me, questione seria, pratica quotidiana, fondamento del buon governo. Tutti devono partecipare al cambiamento”.
Che tipo di sindaco pensa di poter essere?
“Sarò il sindaco di tutti, così come sono l’amico di tutti. Nelle piccole realtà ci si conosce, ognuno ha la sua storia, il suo modo di fare: per me hanno sempre contato la vicinanza alle persone e il servizio alla comunità. Il sindaco non è un commissario prefettizio: deve avere sempre la porta aperta, rispondere al cellulare, fermarsi in piazza e in strada per percepire gli umori della città. Istaurerò un dialogo diretto con i cittadini, le associazioni, la scuola, la comunità parrocchiale, con gli ultimi. Con me, il municipio non sarà più una fortezza inespugnabile, ma la casa dei recalesi”.