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Nuove leve, pentito svela tutti gli uomini del boss: “Uno faceva autista, l’altro controllava racket”

MARCIANISE. La miccia che ha fatto scattare l’indagine che ha portato oggi ai sette arresti è stata accesa nei mesi che precedevano il lockdown e l’esplosione del Covid che ha paralizzato anche le attività delle cosche per alcune settimane.

E’ una doppia miccia e ha i volti di due pentiti: il primo in ordine di tempo è Giuseppe Grillo, che del mondo dello spaccio ha raccontato tanto per esperienze dirette. Il secondo e più importante è Primo Letizia (unico indagato a piede libero insieme ad una donna), l’ex capoclan dei Quaqquaroni legato a filo doppio, anche da parentele dirette, ad alcuni dei destinatari dell’ordinanza notificata questa mattina dalla squadra mobile.

Proprio di Primo Letizia e dei legami con molti degli indagati aveva parlato fin dal novembre 2018 Grillo. Aveva parlato di Pasquale Regino come di un factotum del ras deputato anche al controllo del racket: “Dopo la scarcerazione di Primo Letizia nel 2013/2014 ha lavorato alle dipendenze di Primo Letizia sia nelle attività estorsive che nelle attività di controllo delle piazze di spaccio. Pasquale mi avvicinò dicendo che dovevo andare a casa di Primo Letizia ma io non fidandomi non ci andai. Era il 2013”

Per quanto concerne Belvisto il rapporto è di parentela prima che di affari: “E’ il suocero di primo Letizia. Coadiuvava genero nel controllo delle piazze di spaccio e fungeva da autista di Letizia ma non si è mai occupato dello spaccio”

Le accuse

Associazione camorristica, detenzione di armi ed estorsione con il metodo mafioso: sono i reati contestati alle sette persone arrestate all’alba dalla Polizia di Stato su ordine del Gip del tribunale di Napoli, e ritenute organiche al clan Piccolo-Letizia operante nel Casertano in particolare nei comuni di Marcianise, Macerata Campania, Capodrise. In carcere sono finiti Agostino Piccolo, Gaetano Monica e Salvatore Letizia (fratello del collaboratore di giustizia Primo Letizia), ai domiciliari gli indagati Ottavio Sorbo, Gaetano Viciglione, Amedeo Belvisto e Pasquale Regino; un’ottava persona sottoposta ad indagini è invece deceduta nei mesi scorsi.

L’indagine coordinata dalla Distrettuale Antimafia di Napoli e realizzata dalla Squadra Mobile di Caserta, è partita nel 2019 dopo un’altra operazione che ha portato all’arresto dei capi del clan Piccolo, cosca che si contrappone da decenni a colpi di sanguinose faide all’altro storico clan di Marcianise, i Belforte; in quella circostanza finirono agli arresti anche elementi del clan Perreca di Macerata Campania, alleato dei Piccolo.

Dopo il blitz gli inquirenti hanno cercato di capire chi fossero gli altri elementi che di muovevano attorno ai capi, scoprendo l’identità degli incaricati delle richieste estorsive verso gli imprenditori. Sono stati così ricostruiti, anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, numerosi episodi estorsivi. Gli indagati realizzavano intimidazioni armate all’indirizzo degli imprenditori taglieggiati, operanti nei settori più disparati (rivendita di autovetture, edilizia, onoranze funebri, smaltimento di rifiuti, supermercati, abbigliamento, pet food e altro). Le pretese estorsive, che giungevano fino alla somma di 2-3000 euro, da corrispondersi in occasione delle festività natalizie e pasquali, sono culminate talvolta nel danneggiamento, a colpi d’arma da fuoco, delle sedi delle aziende taglieggiate per costringere i titolari a pagare. Nel corso delle indagini sono state sequestrate armi, come una pistola calibro 9ž21 con matricola abrasa completa di caricatore e 16 cartucce.