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Angela, parla il medico. La replica del legale

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Sopita l’onda emotiva dei primi commenti, il dott. Stefano Cristiano, medico che ha operato Angela Iannotta, la 28enne madre di Santa Maria Capua Vetere ancora ricoverata a Caserta, ritiene opportuno fare mio tramite le seguenti precisazioni attraverso il suo legale, l’avvocato Vincenzo Zeno-Zencovich:

a) È sempre motivo di sofferenza per un professionista medico la circostanza che un proprio paziente incorra in gravi complicanze. Il medico si pone, inevitabilmente, domande e si interroga su ipotesi terapeutiche alternative che forse avrebbero potuto determinare un diverso esito. Questo è tanto più vero con riguardo al dott. Cristiano che nella sua attività professionale si dedica con grande scrupolo ad ed empatia ai propri pazienti. In oltre 20 anni il dott. Cristiano ha effettuato circa 10.000 interventi (di cui il 70% costituito da pazienti bariatrici). Vorrei rimandare alle decine e decine di commenti elogiativi riportati sulla pagina Facebook del dott. Cristiano e che smentiscono taluni fuorvianti e lesivi giudizi delle ultime settimane.

b) Con riguardo alla sig.ra Iannotta, il dott. Cristiano ripone la massima fiducia negli accertamenti che verranno condotti dalla magistratura, con la quale sta collaborando perché sia fatta piena luce su quanto verificatosi. Nel rispetto delle indagini e della personalità della paziente, al solo fine di fugare taluni dubbi che sono stati amplificati nelle passate settimane, è opportuno precisare che la sig.ra Iannotta dopo innumerevoli fallimentari terapie dietetiche si rivolse al dott. Cristiano nel giugno 2020 per verificare la possibilità di ricorrere alla chirurgia bariatrica (la paziente era affetta da una forma grave di obesità di III grado). In quella occasione ricevette tutte le informazioni e le avvertenze di cautela che il dr. Cristiano sempre fornisce ai propri pazienti. Avvertenze che sono state prese seriamente in considerazione dalla paziente, che solo nove mesi dopo, nel marzo 2021 decideva di sottoporsi all’intervento. Prima di esso la paziente veniva sottoposta a tutte le indagini e consulenze prescritte dalle linee guida della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (SICOB). Ovviamente tutta la relativa documentazione è stata fornita all’autorità giudiziaria.

c) L’intervento fu effettuato presso una clinica abruzzese, convenzionata con il SSN, perché i tempi di attesa in Campania erano e sono tuttora particolarmente lunghi. È bene poi sottolineare la circostanza che tutto l’intervento è stato a carico del SSN.

d) Successivamente all’intervento, e sotto costante osservazione medica e nutrizionale, la paziente perdeva il peso preventivato con significativo miglioramento della qualità della vita, soprattutto sui piani respiratorio e motorio. Va sottolineato che per una paziente con quel tipo di obesità grave, la perdita di circa 60 kg significa ricondurre ad una ragionevole fisiologia la struttura ponderale in relazione alla sua altezza.

e) Solo nell’ottobre 2021 si manifestavano una serie di complicanze – non infrequenti in casi simili – per cui, condotti tutti gli esami preparatori e le valutazioni del caso, la paziente fu sottoposta nel gennaio 2022 ad un intervento di revisione chirurgica per ovviare alle problematiche emerse. A seguito di tale intervento si è evidenziato un quadro emergenziale che ha imposto il ricovero d’urgenza presso l’Ospedale Sant’Anna di Caserta.

f) Quanto all’ altro caso amplificato dai media e che vede coinvolto il dott. Cristiano, è necessario precisare che esso non riguarda un intervento di chirurgia bariatrica bensì di chirurgia oncologica avanzata. Il dott. Cristiano è rimasto profondamente colpito dalla campagna che è stata condotta nei suoi confronti. Ritiene – e lo dimostrerà nelle sedi competenti – di aver svolto, come sempre, con scienza e in coscienza il suo delicato compito. Queste precisazioni mirano anche a ristabilire quella indispensabile serenità in assenza della quale è impossibile per un professionista medico operare (in tutti i sensi).

La replica dell’avvocato di Angela

Replica dell’avv. Raffaele e Gaetano Crisileo al legale del dott. Stefano Cristiano che ha inviato una lettera ai mass media: “A nome del marito di Angela Iannotta e del suo papa’ Mario Iannotta che rappresentiamo siamo sorpresi di leggere una missiva del genere. Molto sorpresi. Non contiene ( cosi ci sembra ) un gesto di solidarieta’ e di “compassione” verso una povera donna di soli 28 anni madre di tre figli piccoli in fin di vita, l’ultimo dei suoi figli di soli due anni. Che non si sa se lei si salvera’ e se rivedra’ piu’ i suoi bimbi e la sua famiglia. La magistratura sta facendo e fara’ il suo corso. Non vi e’ dubbio su questo. Abbiamo fiducia nei Giudici. La famiglia della nostra assistita vuole solo conoscere se le due cliniche dove sono stati eseguiti i due interventi chirurgici sono accreditate alla Sicob ( per questo ha interessato il Ministro della Sanita’ e le autorita’ competenti ) e se erano idonee ed attrezzate per eseguire operazioni di tali portata di chirurgia bariatrica e idonee a gestire il post operatorio e se erano dotata di terapia intensiva e di sala di rianimazione)come prevedono le linee guide Sicob. Questo e’ un dato imprescindibile. Poi i familiari vogliono sapere ( ecco le due denunzie ) perche’ e’ insorta la setticemia e lo shock settico e perche’ non e’ stata trasportata prima all’Ospedale di Caserta. E se vi e’ responsabilita’ dei sanitari che a qualunque tutolo sono intervenuti nella vicenda di Angela e sulla sua persona e se e’ stato corretto il trattamento operatorio e terapeutico del dott. Cristiano. Tutto questo sara’ valutato dai periti e dai giudici e il dott. Stefano Cristiano, che come chirurgo bariatrico ( che e’ molto noto, anche e soprattutto nel casertano, quindi e’ una figura pubblica, ecco la risonanza mediatica, nostro malgrado (che ha violato purtroppo la privacy della famiglia della nostra assistita ) cosi come molto nota e’ la clinica del casertano di cui il dott. Cristiano e’ tuttora direttore di chirurgia, ha tutto il tempo e il modo di difendersi in Tribunale come peraltro sta facendo dinanzi al Tribunale di Nola dove e’ imputato di omicidio colposo ( per essere stato rinviato a giudizio ) per la morte di Raffaele Arcella, il giovane di 29 anni di Caivano morto a seguito di intervento di chirurgia bariatrica sempre da lui eseguito ( notizia appresa dai mass media e da Rai 1 in Storie Italiane e sui giornali e il cui processo e’ in fase dibattimentale e di cui lui e’ presunto innocente, per carita’, fino al giudizio di terzo grado )”