Skip to main content

Muore dopo lite, arrestato aggressore: vittima presa a bastonate prima della tragedia

SAN FELICE CANCELLO/SANTA MARIA A VICO. Svolta nell’indagine sull’omicidio del camionista Giovanni Maione, 44enne camionista residente a Messercola (Leggi qui)

All’esito di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, nella giornata odierna militari della Stazione carabinieri di Santa Maria a Vico hanno proceduto a dare esecuzione all’ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Benevento, nei confronti di Carmine Mauro, 35enne padre di famiglia, un soggetto della frazione Talanico gravemente indiziato del reato di omicidio preterintenzionale a seguito di una grave e violenta aggressione perpetrata all’interno del distributore “EWA” di Forchia, fatto avvenuto nella notte tra il 06 ed il 07 novembre 2021, ai danni di altro soggetto proveniente da S. Maria a Vico. La persona fermata è Carmine Mauro, residente nella frazione Talanico.

 

La vittima, nella prima mattina del 07.11.2021, alle h.4,00, si era ritirato presso la sua abitazione con segni visibili di percosse ed aveva confidato alla moglie di avere avuto un litigio con una persona di sua conoscenza; nelle giornate successive le sue condizioni erano drasticamente peggiorate, rendendosi necessario il ricovero d’urgenza, nella notte del 22 novembre, presso il nosocomio “Sant’Anna e S. Sebastiano” di Caserta, ove successivamente decedeva in data 15 dicembre 2021.

La polizia giudiziaria operante veniva a conoscenza del grave episodio solo in data 23.11.2021, all’atto del ricovero della vittima presso il nosocomio casertano, in terapia intensiva, per “ematoma subdurale trattato chirurgicamente”, con prognosi riservata; all’atto dell’accesso al P.S. i familiari della vittima riferivano di “aggressione da persona nota” avvenuta circa due settimane antecedenti.
Gli accertamenti investigativi espletati, con il coordinamento della Procura della Repubblica, consentivano di ricostruire la dinamica del fatto e di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato che risultava aver violentemente aggredito la vittima, utilizzando anche una mazza in ferro.

Pertanto, inquadrato il fatto storico nell’ipotesi di reato dell’omicidio preterintenzionale, ricorrendo altresì i futili motivi dell’aggressione nonché la minorata difesa, avendo il prevenuto approfittato delle favorevoli circostanze di tempo, di luogo e di persona, la Procura, all’esito delle indagini espletate, ritenendo la gravità indiziaria e le esigenze cautelari, richiedeva l’applicazione della misura cautelare, concessa dal GIP ed eseguita dalla P.G. operante.

Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è allo stato indagato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.

LEGGI QUI LA NOSTRA ANTICIPAZIONE DI ALCUNE SETTIMANE FA