Skip to main content

Jabil, referendum decide tutto: in 200 verso un’altra azienda

 

MARCIANISE/PORTICO DI CASERTA. Saranno i lavoratori della Jabil di Marcianise, attraverso un referendum interno organizzato dai sindacati, a decidere del proprio futuro, ovvero se aderire all’ipotesi di accordo siglata due giorni fa al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) con la Tme, azienda di Portico di Caserta che, in società con Invitalia, società del Ministero dell’Economia, si è impegnata ad assumere 200 addetti dalla Jabil, completando così il piano di esuberi della multinazionale americana, che dal 2019 ha fatto fuoriuscire dal proprio organigramma già 250 lavoratori. Erano 700 quando scoppiò la vertenza nel giugno di tre anni fa, oggi sono 450. I fuoriusciti sono stati quasi tutti ricollocati in quelle aziende che avevano accettato, su invito delle istituzioni e incamerando soldi per ogni addetto riassunto, di reimpiegare i lavoratori Jabil in esubero, ma le ricollocazioni non sono andate bene: i 23 assunti di Orefice, azienda sarda, sono stati infatti prima oggetto di un trasferimento in Sardegna, quindi licenziati in tronco, mentre gli altri passati in Softlab sono attualmente fermi in cassa integrazione. “Cosa c’è di diverso con Tme?” si chiede un lavoratore della Jabil mostrando tutta la diffidenza che si respira in azienda anche dopo la firma di due giorni fa al Mise.

 

Rispetto all’esperienza fallimentare di Orefice e quella ancora in essere ma mai decollata di Softlab, oggi con Tme c’è la garanzia di Invitalia, società dello Stato che è entrata con il 45% del capitale in una Newco composta con Tme, che invece ha il 55% delle quote sociali; una nuova società che avrà il proprio sito produttivo nei pressi della sede principale di Tme. Invitalia resterà cinque anni e garantirà che l’accordo siglato al Mise venga realmente attuato e i lavoratori davvero reimpiegati. Attualmente in Tme si producono apparecchi per schede elettroniche, a regime saranno prodotte anche schede elettroniche; come per le precedenti ricollocazioni inoltre, l’accordo di due giorni fa prevede sostanziosi incentivi tanto per i lavoratori che passeranno da Jabil in Tme (30mila euro) che per la stessa azienda di Portico (80mila euro per ogni addetto riassunto); soldi (80mila euro) saranno poi versati da Jabil anche ai lavoratori che sceglieranno di lasciare l’azienda senza passare in Tme.

 

I sindacati hanno poi strappato a Jabil l’impegno scritto di restare sul territorio casertano e non avviare più procedure di licenziamento collettivo e di rimodulare per il prossimo mese di aprile il piano industriale presentato nel maggio 2021; in teoria, in caso di nuove commesse di lavoro, la Jabil potrebbe decidere di tenersi alcune decine di addetti per cui si ridurrebbe il numero di 200 esuberi contenuto nell’accordo di due giorni fa.

 

Sulla cassa integrazione avviata poche settimane fa con scadenza il 27 agosto prossimo, i sindacati e la Jabil si sono impegnati a fare un accordo di gestione entro il primo marzo, per garantire una soglia minima di presenza per tutti i lavoratori in azienda.