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Carcere, divampa altro focolaio del virus: la situazione nel Casertano

 

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE/ARIENZO/AVERSA. “Ad oggi sono 138 i detenuti campani risultati positivi al Covid 19, con una punta notevole nella casa circondariale di Benevento, dove ci sono 53 detenuti positivi. Sono, invece, 26 quelli affetti da Covid nel carcere di Avellino, 21 a Santa Maria Capua Vetere, 19 ad Arienzo, 10 a Poggioreale, di cui due ricoverati in ospedale, 6 a Secondigliano, 2 sia ad Aversa che a Salerno e 1 a Pozzuoli. Gli operatori penitenziari campani contagiati sono 85. Il carcere di Benevento, che attualmente ospita 368 detenuti, di cui 50 donne e 47 stranieri, merita un’attenzione particolare”.

Lo afferma, in una nota, il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello.

“Mi auguro che l’Asl, di concerto con la Direzione dell’Istituto, metta in campo una campagna di vaccinazione, di tamponi gratuiti sia per detenuti che per agenti penitenziari e operatori che entrano in carcere, garantendo così la salute dei lavoratori e dei diversamente liberi. Mi auguro, altresì, che venga rafforzata, negli istituti di pena, l’attuazione di protocolli di prevenzione, che vengano donate mascherine e prodotti igienico-sanitari” conclude Ciambriello.

L’ultimo cluster

Sono una cinquantina i detenuti contagiati nel carcere di Benevento che ora sono “in ginocchio” a causa della mancanza “di personale di Polizia Penitenziaria, di personale sanitario, di mezzi e di spazi idonei a far fronte a questo periodo epidemiologico”. Lo denuncia, in una nota, Tommaso De Lia, segretario provinciale dell’Osapp. “Il personale in servizio nell’istituto penitenziario – continua De Lia -, oramai raggiunge la soglia dei 30 anni di servizio e tanti, quest’anno, sono prossimi alla pensione senza che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria pensi a un vero e proprio turnover”.

Per la segreteria provinciale e la segreteria locale, quest’ultima rappresentata dal neo responsabile Cosimo Bovino, “urge un tempestivo intervento delle istituzioni e dell’Amministrazione Centrale affinché siano garantiti i livelli minimi di sicurezza nell’interesse collettivo con l’incremento della fornitura dei dispositivi di protezione individuale e inviando urgentemente maggiori risorse”, al fine di “evitare tensioni e manifestazioni della popolazione detenuta, come già successo nel 2021”.