Skip to main content

Clan, usura e alimentare: Finanza ascolta fornitori del patron dei supermercati

 

 

MARCIANISE. Dall’usura del clan ai fornitori del supermercato: la traccia gli investigatori l’hanno trovata setacciando i conti ma anche ascoltando alcuni agenti che avevano rapporti con Paolo Siciliano, il patron di Pellicano arrestato nell’ultima inchiesta coi Buonanno sul giro di strozzo dei Belforte e scarcerato due giorni fa dopo il clamoroso blitz. Siciliano è ora libero in attesa che le indagini chiariscano i contorni della vicenda.

Le indagini svolte – scrive il gip – hanno fatto emergere che in numerose occasioni nel tempo Paolo Siciliano aveva negoziato i titoli di credito provenienti, stando all’impianto accusatorio della Dda, dalle attività criminali del clan Belforte e l’aveva fatto attraverso rapporti finanziari inerenti le varie società che a lui fanno o hanno fatto capo nel tempo.

Nell’ultima inchiesta sono finiti gli assegni che la vittima aveva consegnato ai suoi crediti Gennaro Buonanno (ai domiciliari), Giovanni Buonanno (tornato ai domiciliari dopo il blitz) e Michele Campomaggiore (indagato a piede libero) dovendo far fronte ai prestiti usurai ricevuti.

Taluni sono poi risultati versati sui conti correnti intestati al gruppo di Siciliano. Sui conti correnti in questione era delegato ad operare, come emerso dalle indagini delle Guardia di Finanza di Marcianise, proprio il patron di Pellicano Paolo Siciliano.

Oltre agli assegni acquisiti dalle fiamme gialle ci sono anche quelli incassati da soggetti che, una volta ascoltati dalla Finanza, hanno dichiarato di ricondurre quei titoli di crediti ai rapporti commerciali con Siciliano.