Skip to main content

Emergenza carcere, l’allarme delle famiglie: “Al freddo e non curati”

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Fuori divampa il contagio, ma dietro quelle sbarre la situazione Covid è di emergenza da settimane quando scoppiò il focolaio che ha portato ad oltre sessanta contagi in pochi giorni.
Le ultime notizie sulla diffusione del virus sembrano aver messo la sordina a quanto sta avvenendo tra le mura della casa circondariale Uccella di Santa Maria Capua Vetere, dove in realtà poco o nulla è cambiato almeno secondo le testimonianze dei familiari dei detenuti.
“La situazione è peggiorata in realtà; stanno al freddo l’area sanitaria è inadeguata e positivi e negativi sono insieme. Giù alle celle è freddissimo, l’acqua è marrone e non c’è pulizia idonea” fa sapere la madre di Giuseppe Tessitore, originario della zona di Aversa e recluso al reparto Nilo, con problemi di salute.
“Ci sono altri detenuti che devono essere seguiti da psicologi e mancano. Mio figlio a breve deve andare in comunità ed è negativo: non vorrei che risultasse positivo per qualche mancanza visto che ha già i suoi problemi. Lì non sono idonei per curarlo e purtroppo ci sono decine di famiglie nella mia stessa situazione: non sappiamo a chi rivolgerci”.

Le voci provenienti dal carcere e confermate anche dalle istituzioni nelle scorse settimane restituiscono un quadro diverso rispetto a quello del bollettino Asl: nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ci sarebbero anche circa trenta contagiati, informazioni che alle famiglie arrivano attraverso le videochiamate.