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“Spaccio tra amici”: ecco perchè il ras non potrà tornare a casa per le feste

 

 

SAN FELICE A CANCELLO. Dopo la notizia del ricorso respinto approfondiamo le motivazioni per le quali la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, presidente Angelo Costanzo, ha deciso di non far rientrare a casa per Natale, Gennaro Morgillo, 33enne considerato uno dei principali ras dello spaccio della Valle di Suessola fino alla doppia operazione che ha segato le gambe all’organizzazione.

L’ipotesi di far trascorrere a Morgillo le festività natalizie a casa, seppur ai domiciliari e col braccialetto elettronico, è stata bocciata. “E’ ritenuta inidonea la misura domiciliare anche assistita dal presidio elettronico, in considerazione del tipo di attività illecita svolta dal ricorrente e della personalità trasgressiva del medesimo, dimostrata dalle evidenze in atti.”

Un altro aspetto interessante dell’istanza è quello relativo all’attività di spaccio di Morgillo ritenuto quasi a “conduzione amichevole” dalla difesa che nel ricorso ha sottolineato come la vendita fosse “per lo più strumentale ai fabbisogni propri e degli amici, anche con modalità di uso di gruppo, come dimostrava la iscrizione al Sert del medesimo da lunga data e la presenza di redditi leciti.”

In primo grado il 33enne Morgillo era stato condannato con rito abbreviato a 13 anni e 8 mesi di reclusione in quanto riconosciuto capo, promotore ed organizzatore della gang dedita allo spaccio nella Valle di Suessola, nonché responsabile di numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti e della detenzione e porto di armi comuni da sparo (di cui un fucile provento di furto) e delle relative munizioni.