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A pranzo col figlio del boss sotto protezione: le tavolate vietate di Schiavone in incognito

 

CASAL DI PRINCIPE. Nessuno dovrebbe conoscere il suo indirizzo. Nessuno dovrebbe sapere il numero di telefono. Nessuno insomma dovrebbe avere contatti con un uomo sotto protezione dello Stato dopo il pentimento di un familiare.

Anche se si chiama Walter Schiavone. Ed invece il figlio di Sandokan, dopo il percorso di collaborazione con la giustizia del fratello maggiore Nicola, aveva ricevuto a pranzo un amico per diverse volte come evidenziato dall’ultima ordinanza che lo riguarda.

“Tra le altre cose, emergeva la volontà di Walter Schiavone, una volta terminata la misura cautelare degli arresti domiciliari, di far ritorno nel paese di origine e riprendere l’attività” si legge nel provvedimento. In violazione delle più elementari regole attinenti al programma di protezione, lo Schiavone, sia il 2 che il 9 dicembre 2018, riceveva la visita a pranzo di un amico prendeva contezza sia del domicilio assolutamente riservato della famiglia Schiavone, che dei recapiti telefonici aggiornati – e riservati – dello stesso Walter.

“Le visite vietate dsi ripetevano anche il 17.12.2018, il 9.1.2019, il 13.1.2019 ed il 3.2.2019. In tali occasioni lo Schiavone Walter rimarcava la sua “scelta forzata” di aver aderito al programma di protezione, unicamente per asserite difficoltà economiche patite, non essendo in grado altrimenti di sostenere il proprio nucleo familiare; affermazione, peraltro, vera solo in parte, alla luce delle redditizie attività illecite disvelate dalle indagini svolte proprio in questo procedimento.”