San Felice a Cancello. Un discorso a parte nell’ambito dell’inchiesta sullo spaccio merita Salvatore Napolitano, 44enne di via Napoli, detenuto in carcere e meccanico della nota officina e assistenza stradale che fa riferimento alla sua famiglia.
Nel corso dell’indagine c’è stata una fuga di notizie, questo lo avevamo detto anche noi alcuni mesi fa.
Proprio Napolitano ha saputo di un suo coinvolgimento nell’indagine ed ha provato a raccogliere ulteriori info direttamente presso alcuni carabinieri della compagnia calatina.
Indipendentemente se sia vero o meno che un carabiniere abbia riferito notizie su questa indagine, è pacifico che i vari sodali lo abbiano mandato in avanscoperta, visto che aveva rapporti lavorativi con tutte le forze dell’ordine per via della sua attività.
Napolitano quindi ha cercato in tutti modi di conoscere informazioni in atti, anzi in più occasioni appare evidente il suo essere subordinato a Biondillo Alessio con il quale gli altri si lamentano per i suoi ritardi e le sue assenze.
Il 44enne di via Napoli di fatto era sotto scacco di queste persone e non è da escludere, visto che aveva sempre bisogno di soldi per il vizio del gioco, che collaborasse anche con altri spacciatori.
Il caso di Napolitano è emblematico e deve far riflettere non poco tante persone che abitano nella zona e che hanno guardato questa gente, queste gang di spacciatori, sempre con troppa riverenza, mostrando punti deboli, e quelli ne hanno approfittato.
Prestarsi a fare determinate cose è davvero assurdo e Napolitano ha sbagliato ed ora sta pagando le conseguenze.