Skip to main content

Conte chiude l’Italia ma non lo spaccio: clienti a casa Diana per la droga durante lockdown

 

RECALE. E’ la metà di marzo del 2020 e il premier Giuseppe Conte ha appena chiuso l’Italia per fronteggiare la prima ondata del Coronavirus. I carabinieri della stazione di Macerata Campania, guidati dal compianto comandante Baldassarre Nero, notano che però non proprio tutte le case italiane sono sbarrate agli estranei come previsto dal primo decreto “Chiudi Italia”.

In quella dei Diana davanti alla quale hanno piazzato due telecamere si notano diversi individui che, nonostante le restrizioni, si recano ad acquistare droga.

In pieno lockdown i carabinieri riescono a segnalare la presenza di un cliente che nel giro di 20 giorni, mentre in Italia si circola solo con le autocertificazioni e per motivi di salute o necessità, va per tre volte ad acquistare hashish e marijuana nell’abitazione di via Roma. Ed all’alba delle prime riaperture di inizio maggio il giro di affari cresce sempre di più fino ad attestarsi su diverse migliaia di euro secondo le indagini che hanno portato oggi i militari a notificare 13 ordinanze del gip Ciocia: 10 le persone finite in cella, una ai domiciliari mentre per due è scattato l’obbligo di firma.

 

 

LE MISURE DISPOSTE DAL GIP

Carcere

Antonio Braccio 1992 Recale
Dario Diana 1999 Recale “o’ Brasilian”
Elio Diana 1999 Recale
Salvatore Di Felice 2000 Recale
Angelo Fior Rosso 2000 Napoli
Rosario Fior Rosso 1975 Napoli
Christian Gadola 1999 Recale
Luigi Gadola 1993 Recale
Andrea Ettore Vanore 1997 Recale
Roberto Vergone 1996 Recale

Arresti Domiciliari

Fabio Massaro 1993 Recale

Obbligo di firma

Vincenzo Audino 1995 Recale
Andrea Zamo 1989 Recale