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Il santo va in processione e il corteo diventa assembramento, sindaco infuriato

 

TRENTOLA DUCENTA. Era stato autorizzato solo il passaggio della banda musicale ma la celebrazione “ridotta” per San Giorgio Martire a Trentola Ducenta si è trasformata in un corteo con relativo assembramento. Una situazione che ha scatenato diverse polemiche e sulla quale è intervenuto il sindaco Michele Apicella mostrando – carte alla mano – l’unica concessione fatta alla celebrazione, molto sentita in città.

La posizione del sindaco

“In seguito al collettivo sgomento ed in virtù degli immancabili insulti contro la mia persona e delle puntualissime sommosse mediatiche, è urgente e necessario che io faccia chiarezza. Nelle scorse settimane, in seguito alla richiesta formale avanzata dal comitato per i festeggiamenti di San Giorgio Martire, da parte del comandante della Polizia Municipale è stato autorizzato solo ed esclusivamente il passaggio di una banda musicale per le strade del paese” scrive sui social Michele Apicella.

 

“Vi erano a riguardo precisissime disposizioni e l’autorizzazione è stata convenuta tenendo conto del fatto che suddetto passaggio non avrebbe creato alcun tipo di assembramento, ma poteva solo essere una bella occasione per portare un po’ di leggerezza e gioia tra le strade cittadine, in un momento così particolare. Quello a cui abbiamo assistito nella serata di oggi è andato ben oltre quanto disposto. Il disagio e la contravvenzione si sono creati nel momento in cui, in maniera del tutto arbitraria e ripeto, priva di qualunque autorizzazione, è stato portato il simulacro del Santo dalla Chiesa verso piazza De Filippo.”

 

“Ci si è così resi responsabili di un vero e proprio assembramento. Sono molto contrariato e rammaricato, tanto nei confronti degli organizzatori quanto nei riguardi di tutti coloro che hanno scelto autonomamente di aggregarsi e rendersi responsabili di un assembramento , poiché a quanto pare manca ancora il senso di responsabilità individuale e siamo ancora ben lontani dall’assunzione di consapevolezza del momento che stiamo vivendo e di come, in queste circostanze, da ogni nostra azione scaturisca l’incolumità della collettività. Per quanto riguarda i sempre efficientissimi leoni da tastiera, ancora una volta agguerriti e pronti ad insultare e diffamare, mi limito a commiserarli e li invito, prima di ergersi a giudici, a guardare bene le responsabilità di ognuno prima di puntare il dito contro i responsabili sbagliati. Le valanghe di odio e di insulti sono vergognose e lasciano il tempo che trovano.”