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Rete idrica verso il carcere, il gran giorno della presentazione

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi). Tutti presenti, ovviamente quelli che contano, alla cerimonia della posa della prima pietra per la costruzione dell’allacciamento alla rete idrica comunale della casa circondariale di massima sicurezza in località “Spartimento”.

 

Il tempo massimo previsto per la conclusione dei lavori, è stato stabilito in trecento giorni lavorativi e così il comune, con il sindaco Antonio Mirra, dopo 25 anni ha messo a posto, forse l’ultimo tassello per la costruzione della famosa condotta idrica. Si tratta di attendere, quindi, ancora un anno e poi, via le autobotti e i pozzi artesiani dal carcere e i detenuti potranno usufruire di acqua corrente a tutte le ore del giorno e della notte senza razionamento. Per la storia, diciamo che è la ditta Bemar srl di Roma, infatti, che ha vinto l’appalto per la realizzazione dell’opera fornendo un ribasso sulla base d’asta di ben il 35,78 per cento su un imposto complessivo di un milione 159.685.

 

Il netto contrattuale risulta così di 984.983 euro di cui 744.669 per lavori, 162.594 per oneri di sicurezza e 77 mila euro per smaltimento dei rifiuti. Sono state 19 le ditte o associazioni d’impresa che hanno partecipato al bando per i lavori per la realizzazione di una condotta idrica al servizio della casa circondariale e delle due aule bunker di santa Maria. L’importo a base d’asta è stato fissato in un milione e 400 mila euro e l’appalto è stato aggiudicato con il criterio dell’importo più conveniente. Il responsabile unico del procedimento è il tecnico comunale, Luigi D’Addio. Quindi, dopo oltre venticinque anni di promesse e ritardi, ci si avvia alla conclusione di una questione che interessa la carenza idrica al carcere di massima sicurezza “Generale Uccella” che ospita 940 detenuti su una capienza massima di 833, 478 agenti di polizia penitenziaria e circa altre cento figure professionali.

 

Il carcere non è senza acqua, ma non è attaccato alla rete idrica cittadina e questa “mancanza” crea qualche problema di approvvigionamento che risale alla sua costruzione e da allora si è andati avanti con pozzi artesiani, autobotti e… bottiglie di acqua minerale. Gli uffici comunali competenti, infatti, hanno in precedenza liquidato oltre 52 mila euro ai tecnici che hanno approntato e consegnato gli atti per l’inizio dei lavori quali progettazione, relazioni geologiche, sondaggi ed altro. La gara per l’affidamento del servizio di progettazione e di tutte le indagini connesse è stata aggiudicata al RTP (Raggruppamento temporaneo di persone) studio tecnico Colosimo ed altri che ha offerto un ribasso, sull’importo fissato in complessivi 96 mila euro e 600, del 39,25 per cento determinando l’importo netto di aggiudicazione in 58 mila 684 e 50 oltre IVA e cassa Previdenza per complessivi 15 mila 774,00 euro.

 

E’ stato il primo atto concreto, questo, per la soluzione del problema che negli ultimi anni è stato più volte denunciato e al centro di vibrate proteste da parte dei detenuti e dei difensori dei loro diritti che hanno posto in essere una serie di iniziative che sono valse a smuovere la burocrazia e concretizzare tutte quelle iniziative necessarie per risolvere la questione. Il finanziamento dei lavori per l’allacciamento alla rete idrica comunale della casa di massima sicurezza e le due aule bunker è a carico della Regione che ha stanziato i soldi con una deliberazione dell’aprile del 2016 (un milione e quattro di euro) ed ora si è passati alla fase operativa per la eliminazione del problema.