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Happy Kimbondo e la storia di un volontariato senza confini. Intervista a Silvio Zona

Sparanise. Si chiama “Happy Kimbondo” l’associazione di volontariato fondata da Silvio Zona lo scorso anno, in piena pandemia.

Un’associazione di promozione sociale che ha come scopo quello di sostenere (sul campo ma anche dall’Italia) economicamente e materialmente i bambini dell’ospedale pediatrico e orfanotrofio di Kimbondo situato nella Repubblica Democratica del Congo.

L’ospedale pediatrico di Kimbondo è l’unico ospedale gratuito nella zona di Kinshasa e Silvio Zona lo aveva conosciuto nel 2012 prestando sin da subito la sua opera di volontariato. Da allora non ha mai più lasciato l’Africa in cui si reca più volte l’anno durante le sue ferie dal lavoro.

A Kimbondo si prende cura, insieme ad altri volontari, dei bambini malati, orfani, abbandonati e privi di mezzi di sostentamento al fine di dare loro assistenza medica e socio-culturale. Ma quando è in Italia la sua attività non si ferma, è in continuo contatto con padre Hugo Rios (il sacerdote co-fondatore della missione insieme alla dott.ssa Laura Perna) a cui invia costantemente contributi economici grazie alla raccolta fondi di una rete di volontari impegnati sul territorio e grazie ai donatori che credono in questo progetto.

Un lavoro continuo e senza sosta che nemmeno la pandemia da Covid-19 ha fermato. Anzi, le attività di volontariato e l’aiuto umanitario sono proseguite con molta più intensità e i volontari di Happy Kimbondo hanno reagito all’emergenza con eccezionale tempestività reinventandosi sui bisogni emergenti.

Silvio Zona, infatti, in questo periodo di emergenza sanitaria ha dato ancora di più il suo contributo sul campo occupandosi, con i pochi mezzi a disposizione e le difficoltà del luogo, di contenere e contrastare il contagio da Covid-19.
A raccontarlo è proprio lui in questa intervista.

– Come sei venuto a conoscenza dell’ospedale pediatrico di Kimbondo e cosa ti ha spinto a partire per l’Africa?
S:Dopo aver terminato l’università avevo il desiderio di partire per un viaggio di volontariato in Africa e venni a conoscenza di Kimbondo attraverso una associazione di Milano》.

– Ricordi il tuo primo giorno lì? Cosa significa per te essere un volontario?
S:I primi giorni in Congo furono pieni di emozioni. Era il 2012. C’erano tantissimi bambini orfani, abbandonati e persone poverissime con urgente bisogno di aiuto. Non ero abituato e vedere bambini malnutriti e non so se ci si può mai abituare nel vedere bambini ammalarsi per fame. Dopo due mesi di volontariato, mi era stato affidato da padre Hugo l’incarico di direttore amministrativo che ho svolto per 3 anni. Siamo riusciti a fare tantissime cose! In Africa, anche con pochi mezzi ma con tanto impegno, si riescono ad avere buoni risultati! Ultimato il progetto sono tornato in Italia restando però sempre in contatto con la pediatria e da anni, ogni volta che ho le ferie dal lavoro, parto per il Congo per raggiungere la pediatria di Kimbondo》.

– In questo periodo di pandemia ti sei recato a Kimbondo per aiutare a contenere e contrastare il Covid-19?
S:Quest’anno di pandemia è stato difficile per la pediatria di Kimbondo. A marzo dell’anno scorso, quando c’è stato l’aumento dei contagi ero in Congo e non eravamo minimamente attrezzati per fronteggiare l’espandersi della pandemia. Con i pochi mezzi a disposizione abbiamo dovuto riorganizzare i servizi ospedalieri cercando di tutelare i bambini e cercando di contenere i contagi. Fortunatamente, negli atri 2 viaggi che ho fatto in quest’ultimo anno, non ho visto una situazione grave a livello di contagi, ma economicamente è stato devastante. La Pediatria di Kimbondo vive di doni provenienti pricipalmente dall’Europa e la crisi economica causata dalla pandemia ha fatto diminuire drasticamente le donazioni. Questo ha portato grosse difficoltà oltre ad aumentare la povertà del contesto di Kinshasa già di per sé uno dei più poveri al mondo》.

– Qui in Italia, invece, hai fondato “Happy Kimbondo”. Qual è la mission di questa associazione di cui sei Presidente?
S:Con Happy Kimbondo il nostro sostegno alla pediatria è stato formalizzato attraverso l’associazione di promozione sociale. Ci occupiamo principalmente dei 560 orfani ospitati a Kimbondo cercando di sostenere le cure e i bisogni di questi bambini. Ci impegniamo a recarci a Kimbondo periodicamente per accertarci delle condizioni dei piccoli e per dare una mano a padre Hugo che ha sempre bisogno di persone che lo aiutano》.

– Organizzi spesso, insieme al tuo team di volontari, delle raccolte fondi? Quali altre attività vengono svolte dall’associazione?
S:Il nostro territorio è pieno di persone meravigliose. Tantissimi amici, volontari e sostenitori hanno conosciuto la realtà di Kimbondo e hanno aiutato la pediatria, ognuno come poteva. Da Sparanise, dove ha sede Happy Kimbondo, e dalla provincia di Caserta si estende una rete di persone, che danno vita all’associazione e hanno aiutato Kimbondo, ben oltre le nostre aspettative! Organizziamo raccolte fondi ed eventi di beneficenza, anche sui nostri canali social. Ci occupiamo inoltre di adozione a distanza dove si instaura un filo diretto tra sostenitori e bambini》.

– È in programma un’altra partenza per Kimbondo?
S:Stiamo organizzando un viaggio che si terrà nei prossimi mesi. C’è molto da fare a Kimbondo e bisogna continuare il lavoro che padre Hugo ci ha affidato. I bambini crescono, di età e di numero, e purtroppo aumentano anche i problemi. Ma non dobbiamo scoraggiarci, perchè dopo ogni viaggio si ritorna stanchi per le fatiche, ma carichi dei sorrisi meravigliosi dei bambini di Kimbondo》.

Una storia di aiuto umanitario, quella di Silvio Zona e della sua associazione Happy Kimbondo, senza confini e senza sosta che può essere seguita e sostenuta tramite il sito ufficiale https://happykimbondo.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/Happy-Kimbondo-110218597092371/.