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Racket dei funerali, sentenza cancella inchiesta: assolti titolare e amico

 

 

FRANCOLISE. Il fatto non sussiste: per questo motivo la prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, collegio presieduto da Giovanni Caparco, ha mandato assolti Pietro Cirella, 44enne di Francolise e Eugenio Galluccio. I due sono stati liberti.

Erano stati accusati di tentata estorsione, mentre per Cirella c’era anche l’ipotesi reato di illecita concorrenza con minaccia o violenza a carico. Per entrambe le accuse era stata ipotizzata l’aggravante del metodo mafioso. Il provvedimento restrittivo nasce da un’indagine avviata nel novembre 2019 dai Carabinieri di Carinola a seguito della presentazione di una denuncia da parte del titolare di un’agenzia di servizi funebri con sede in Santa Maria la Fossa in relazione a una serie di atti intimidatori posti in essere al fine di impedirgli lo svolgimento della propria attività imprenditoriale sul territorio nel quale già operava uno degli indagati.

Secondo la Dda i fatti sono stati commessi con modalità mafiose dal momento che gli indagati facevano espresso riferimento al gruppo criminale operante nella zona (clan Esposito o dei Muzzoni) sfruttando la pregressa appartenenza del Galluccio al predetto clan, fatto per il quale lo stesso risultava già condannato in via definitiva. Il pm della Dda aveva chiesto 8 anni per entrambi. Il tribunale ha invece accolto la tesi difensiva perorata dagli avvocati Giuseppe Stellato e Claudio Sgambato per Cirella e dall’avvocato Edoardo Razzino per Galluccio assolvendo gli imputati che sono stati scarcerati. Ulteriori approfondimenti ora sulla parte civile le cui dichiarazioni saranno inviate in Procura.

Il tribunale ha dunque assolto e posto in liberta’ dopo quasi dieci mesi il 45enne Pietro Cirella e il 59enne Eugenio Galluccio. Il collegio presieduto da Giovanni Caparco (giudice a latere Francesco Maione e Patrizia Iorio) ha assolto i due imputati con formula piena, “perche’ il fatto non sussiste”, inviando gli atti in Procura perche’ valuti la sussistenza del reato di falsa testimonianza per il teste chiave, l’operatore socio-sanitario Giovanni Ruoppo, le cui dichiarazioni avevano contribuito a far arrestare Cirella e Galluccio.

Le difese di Cirella (avvocati Giuseppe Stellato e Claudio Sgambato) e Galluccio (avvocato Edoardo Razzino) hanno sempre sostenuto l’insussistenza dell’ipotesi di accusa e l’inattendibilita’ del teste Ruoppo, che racconto’ delle minacce ricevute dagli imputati nell’ottobre 2019 in occasione del funerale di una donna di Carinola, che era stato organizzato dalla ditta concorrente di Cirella; episodio che fu determinante per le indagini e per l’arresto dei due imputati. I giudici pero’ non hanno creduto a Ruoppo, anche perche’ la difesa ha fatto emergere, in relazione allo stesso episodio, come fosse stato proprio Cirella a denunciare la richiesta di danaro proveniente da Ruoppo per svolgere il funerale, che alla fine fu fatto dal concorrente, e come questa denuncia fosse stata presentata prima delle esequie. Le motivazioni saranno depositate entro trenta giorni. (