MARCIANISE. A Marcianise si continua a morire per il Covid. Proprio mentre in città salutava per l’ultima volta il comandante dei carabinieri Baldassarre Nero, giungeva dall’ospedale di Caserta la notizia del decesso per Covid della 46enne Maria Grazia Zibideo, la terza giovane vittima del virus maledetto nel giro di due giorni in città.
Prima dell’incontro con i pasticcieri per rivedere l’ordinanza il sindaco Antonello Velardi ha fatto il punto della situazione in una città che dall’inizio della pandemia ha dovuto fare i conti con ben 41 decessi legati al Covid: “Che cosa noi avremmo dovuto fare? E, soprattutto, che cosa noi non abbiamo fatto? Le domande mi assalgono in queste giornate per me di straordinaria tristezza: oggi contiamo per il covid un’altra vittima – mamma e moglie – proprio mentre diamo l’ultimo saluto ad un altro concittadino – padre e marito – stroncato dallo stesso virus. Sono tre i morti in appena 48 ore, tutti giovani: Marcianise paga un prezzo altissimo.
Le immagini di stamattina al cimitero e quelle dei parenti straziati delle tre vittime stridono con l’idiozia di quelli che fanno finta di niente. Con chi continua a massacrarmi – ma me ne sono fatto una ragione – perché rivendica i propri diritti che sono giusti in assoluto ma poi ignora i doveri.
Le immagini stridono con quelle dei miei colleghi sindaci che si limitano agli inviti, alle pacche sulle spalle, che addirittura preferiscono la strada della polemica. I sindaci non vanno solo ai funerali, i sindaci agiscono e si assumono responsabilità! Non si sta accanto alle proprie comunità volgendo lo sguardo dall’altra parte.
Stasera, martedì, incontrerò tutti i pasticcieri di Marcianise che mi chiedono di allentare la mia ordinanza: cercherò di capire, perché ho l’obbligo di capire. Ma ho anche l’obbligo di non far finta di niente di fronte a questi miei concittadini morti. L’incontro si svolgerà in diretta Facebook, alle 20, sulla pagina “Città di Marcianise”: è giusto che ognuno ascolti e si faccia un’idea.
Cosa noi avremmo dovuto fare? Lo vorrei chiedere ai sindaci dei Comuni che circondano Marcianise, vorrei chiederlo a tutti quelli che – ancora e solo – continuano ad invocare più stringenti controlli. Vorrei chiederlo ai medici che, svestiti i propri panni ed indossati quelli dei politici, non si preoccupano della salute dei propri pazienti, della nostra salute. Che cosa non abbiamo fatto? Dove abbiamo mancato? Dove abbiamo fallito? Quei morti sono anche colpa nostra? Lo chiedo per ora alla mia coscienza e ho paura della risposta. Non auguro a nessuno di vivere il travaglio che ossessiona me in queste giornate buie: mi viene voglia di scappare.”