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Sindaco ferma le ruspe e rinvia demolizione: “Prima salvare due famiglie di disoccupati con reddito e 4 figli”

 

CASAL DI PRINCIPE. Doveva essere abbattuto questa mattina a Casal di Principe uno stabile con due appartamenti dichiarato abusivo con sentenza definitiva, ma il Comune guidato da Renato Natale e’ riuscito ad ottenere dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ne aveva disposto la demolizione, un rinvio al 13 aprile per trovare una sistemazione alla due famiglie che vi risiedono. Una vicenda in cui si intrecciano l’esigenza di legalita’ in un’area per anni controllata dalla camorra, ma che da qualche anno sta vivendo un’obiettiva rinascita, e l’emergenza abitativa peraltro in piena fase pandemica; nello stabile dichiarato abusivo con sentenza, edificato nel lontano 2001, vivono le famiglie di due fratelli, muratori al momento disoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, con quattro figli minori , due per nucleo e un’eta’ che va dai tre ai sette anni, dunque in eta’ scolastica; per le due famiglie, l’abitazione da demolire e’ la prima e unica casa, per cui il Comune sta cercando di trovare una sistemazione.

 

“Qualche giorno fa – spiega Natale – avevamo anche avanzato la proposta, sottoscritta dai capigruppo in consiglio regionale e poi oggetto di un’interrogazione in Parlamento, di sospendere in questo periodo di pandemia le demolizioni giudiziali e penali di immobili abusivi abitati da persone sprovviste di alloggio alternativo e di risorse economiche per farvi fronte. Ci vorrebbe una norma di legge, che ora manca; sono anni e anni – prosegue Natale – che ci battiamo per trovare soluzioni alternative all’abbattimento e che facciamo pressioni sugli organi politici e gli alti livelli istituzionali. Non ce lo saremmo aspettati di essere di nuovo di fronte ad un dramma sociale di questo tipo”.

 

Nel 2013 vi furono violente proteste, con tanto di sassaiola, durante l’abbattimento a Casal di Principe di un’abitazione abusiva in cui viveva una famiglia non abbiente, con un membro anziano del nucleo che era allettato. Da allora sono stati abbattuti una decina di immobili abusivi a Casal di Principe, ma sempre disabitati; l’ultimo, un grosso manufatto, e’ stato demolito stamani su ordine della Procura. E anche le altre abitazioni abusive abbattute nel Casertano su ordine dell’ufficio inquirente dalla meta’ del 2019 ad oggi – quasi una ventina in totale – sono per lo piu’ villette edificate per le vacanze e situate vicino al mare, quindi seconde case.

 

Il problema e’ che a Casal di Principe sono circa 160 le abitazioni dichiarate abusive con sentenza, che dovrebbero dunque essere abbattute, oltre la meta’ delle quali prime e uniche case attualmente abitate. Si tratta di immobili realizzati parecchi anni fa, cui il Comune ha gia’ inviato in passato, prima che arrivassero le sentenze penali di condanna e si mettesse in moto la Procura, ordinanze di abbattimento, peraltro mai eseguite dai proprietari; cosi’ l’ente locale ha acquisito al proprio patrimonio le aree su cui sono state realizzate le case e ha accesso mutui quinquennali con la Cassa Depositi e Prestiti per le spese di abbattimento, che dovrebbe poi recuperare rifacendosi sui proprietari, cosa molto difficile. Al momento il Comune di Casal di Principe e’ esposto per quasi 250mila euro. Intanto sono intervenute le sentenze giudiziarie, e la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone ha dato una forte accelerata, da un anno e mezzo a questa parte, agli abbattimenti, tenendo pero’ in considerazione anche altri interessi rilevanti, come quelli solidaristici e che tengono conto della funzione sociale della proprieta’.

 

IL PRIMO LANCIO

CASAL DI PRINCIPE.  Nel corso della mattinata odierna (come già accaduto con diversi manufatti abusivi nei comuni di Cellole e Sessa Aurunca), è iniziata la demolizione di una enorme struttura edilizia abusiva in cemento armato, ubicata nel Comune di Casal di Principe al “Prolungamento San Donato, costruita su vari livelli in sopraelevazione di cui: piano terra di circa 340 mq con 17 pilastri di sostegno in c.a., su cui poggia il solaio del primo piano delle stesse dimensioni del piano primo, con scala in c.a. di collegamento.

 

Su quest’ultimo solaio poggiano numerosi pilastri di sostegno in c.a. e solaio latero cementizio posto al piano primo. Il piano di copertura allo stato grezzo ha una superficie di 340 mq con presenza di diversi balconi. Detto manufatto abusivo oggetto di demolizione (con conseguente ripristino dello stato dei luoghi) è imponente (oltre 1000 mq di superficie) ed avente anche un muro perimetrale in c.a. di circa 30 metri di lunghezza per i lati destro e sinistro, con altezza di circa 3 mt.

 

La pericolosità della costruzione è dovuta alla circostanza e che tutte le opere edilizie abusive sono state realizzate senza alcun criterio e sono prive di qualsiasi autorizzazione amministrativa e di agibilità-collaudo sismico, non essendo stato depositato, prima dell’inizio dei lavori, gli atti progettuali presso l’Ufficio dello Sportello Unico dell’Edilizia competente. Ciò provoca un pericolo per l’incolumità sia per le persone residenti e sia per i cittadini che frequentano la zona. La zona è coperta da diversi vincoli: vincolo sismico e di inedificabilità dal piano regolatore comunale (zona agricola).