San Felice a Cancello. Sono 20 anni e 18 anni le più alte richieste dal pm Landolfi nell’ambito del processo a carico di Gennaro Morgillo e del nipote Mario Romano.
Non solo quindi viene contestata l’associazione a delinquere ma anche l’uso delle armi, ecco perché sono state effettuate queste richieste.
L’obiettivo degli avvocati difensori di Morgillo e Romano, Stellato e Fucci, nelle loro arringhe è stato proprio quello di far decadere queste accuse.
Una parte della difesa per la vicenda delle armi ha messo più in evidenza la figura di Mario Morgillo, il padre di Gennaro, ucciso il 21 dicembre con il genero a Durazzano.
Nell’ambito dell’ordinanza, relativamente agli episodi, le armi secondo i difensori sono meno che un dettaglio, e si fa solo un paio di accenni.
“Erano quattro tossici senza capo”, queste le parole, è stato anche detto che alcuni di loro non venivano nemmeno pagati, ma riforniti per farsi la bombazza, e questo alimenterebbe l’ipotesi di far cadere l’associazione e di inquadrare la vicenda in quella dozzina di episodi di spaccio, documentati con dovizia di particolari dagli inquirenti.
Una partita su due fronti che sarà fondamentale per inquadrare la condanna di zio e nipote e chissà eventualmente anche il regime di detenzione.
Le richieste di condanna
Marco Bellotti di Polvica classe 98 detenuto agli arresti domiciliari CHIESTI 12 ANNI
Michele Lettieri classe 83 CHIESTA L’ASSOLUZIONE
Francesco Liberti classe 91 di Cancello Scalo detenuto a Santa Maria Capua Vetere CHIESTI 10 ANNI
Gennaro Morgillo classe 88 di Cancello Scalo detenuto a Secondigliano CHIESTI 20ANNI
Raiola Gennaro classe 62 detenuto a Poggioreale CHIESTI 12 ANNI
Raiola Giuseppe classe 69 detenuto a Poggioreale CHIESTI 12 ANNI
Mario Romano classe 98 detenuto ai domiciliari in via Polvica Cancello Scalo. CHIESTI 18 ANNI
Marco Francesco Scopelliti di Maddaloni e detenuto ai domiciliari in provincia di Alessandria. CHIESTI 8 ANNI