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Omicidio Tondi, il giallo dell’orario tra perizie respinte e consulenze

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE/SAN TAMMARO. Nuovo colpo da incassare per Emilio Lavoretano, l’ex gommista condannato in primo grado per l’omicidio della moglie Katia Tondi, strangolata nel luglio 2013 nel Parco Laurus a San Tammaro.

In vista dell’udienza del 16 aprile, quando è prevista la requisitoria in Appello, la difesa aveva chiesto una perizia di parte, ma i giudici hanno ammesso solo consulenza di parte con altri documenti incentrati all’accertamento dell’orario della morte della donna. Non sarà ascoltato il medico legale che aveva redatto la perizia di parte.

L’uomo è stato condannato in primo grado a 27 anni. La Procura incriminò Lavoretano, quale maggiore sospettato di omicidio volontario commesso con le modalità dell’impeto, per uno scatto d’ira. L’imputato si è sempre difeso dicendo di essere uscito poco prima delle 19, quando la moglie era ancora viva, di essere rincasato intorno alle 20, e di aver rinvenuto il corpo della moglie accasciato vicino alla porta di casa; a conferma del suo alibi consegnò anche uno scontrino della spesa, e fu inizialmente creduto.

In fase di indagine emersero discrepanze sull’orario della morte della donna già con la prima perizia eseguita dal medico-legale incaricato dalla Procura, secondo cui la Tondi sarebbe stata uccisa tra la 14 e le 16, orario in cui Lavoretano non era presente in casa in quanto a lavoro (era dipendente presso un’officina di cambio gomme), mentre la 31enne in quell’arco temporale era in compagnia della madre.