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Proroga in Regione c’è, ma l’Asl non li chiama: gli “eroi del Covid” beffati e dimenticati

 

CASERTA. Un anno fa di questi tempi cominciavano a chiamarli eroi. Dodici mesi dopo non solo sono stati dimenticati, ma anche beffati dall’azienda sanitaria alla quale hanno dato tutto, pur non essendo di fatto inquadrati come i colleghi con i quali lavoravano gomito a gomito. A marzo scorso gli operatori sociosanitari della Protezione Civile Nazionale furono mandati in prima linea sul fronte Covid nel Casertano (e non solo): di fatto dovevano essere inviati nelle Rsa, ma il loro compito è stato più ampio fino a diventare una barriera fondamentale contro il virus.
Un lavoro effettuato con un contratto di 8 mesi scaduto il 31 gennaio scorso. E qui scoppia il caso. Perchè di fatto in Regione c’è l’atto di proroga nel quale vengono disposti altri 3 mesi di lavoro: dal 1° febbraio al 30 aprile il team degli Oss dovrebbe dunque continuare a lavorare sul fronte pandemia, come peraltro stava facendo nella prima fase della vaccinazione. A gennaio erano infatti regolarmente all’opera per favorire la somministrazione delle dosi Pfizer, nonostante ci siano attualmente tre mensilità arretrate da riscuotere: novembre, dicembre e gennaio. A febbraio il giallo: sui turni compaiono i membri del gruppo, ma al lavoro non ci sono mai andati.
Pare che, nonostante la proroga sia stata messa nera su bianco, l’Asl di Caserta non abbia convocato nessuno di quanti lavorano a chiamata. In pratica per la Protezione civile sono al lavoro, ma l’Azienda Sanitaria non li ritiene necessari nè la Regione si è mossa. Questa però è solo un’ipotesi visto che nè la dottoressa Guida nè il manager Russo si sarebbero premurati – secondo quanto emerge – di fornire una spiegazione al gruppo dei “sospesi”, come peraltro il funzionario regionale Annarita Greco. Il tutto nonostante una decisione già vidimata a Palazzo Santa Lucia. Nonostante tra terza ondata e varianti, la situazione negli ospedali sia tornata oltre il livello di guardia da tempo.