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Tesoro del boss, stangata per il ministro degli Esteri del clan Zagaria

 

Casapesenna. L’Appello non ribalta lo scenario emerso in primo grado. L’imprenditore Nicola Inquieto ottiene solo un lieve sconto di pena: dai 16 anni inflitti dal tribunale di Napoli Nord ai 14 comminati oggi dalla Corte di Appello di Napoli che ha emesso la sua sentenza per il presunto fiancheggiatore del boss Michele Zagaria.

 

Inquieto finì nei guai nel 2018 col maxi blitz che scattò in Romania, dove viveva, e che portò al sequestro di appartamenti, ville di lusso, società e centri benessere, tutti beni facenti parte, per i pm, del tesoro del boss dei Casalesi, del valore di parecchie decine di milioni di euro.

A Nicola Inquieto i pm antimafia Catello Maresca, Maurizio Giordano e Alessandro De Falco, contestarono i reati di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo mafioso. Le indagini su Nicola Inquieto, portarono alla scoperta di un imponente patrimonio societario e immobiliare in Romania, tra imprese di costruzione, centri benessere, varie centinaia di appartamenti già ultimati o in costruzione.

 

In Romania il clan aveva realizzato una sorta di “testa di ponte” e gli Inquieto, secondo la Dda, rappresentavano il bancomat dell’organizzazione, cui fornivano il denaro in contanti per le esigenze degli esponenti della cosca e delle famiglie dei detenuti. Nicola è il fratello di Vincenzo Inquieto, l’uomo che curò la latitanza del boss Michele Zagaria fino all’arresto nel bunker di via Mascagni, a Casapesenna, nel dicembre 2011.