REGIONALE. Sarà affrontato domani, nel corso di una riunione dell’Unità di crisi della Regione Campania, l’incremento percentuale dei casi di coronavirus registrato in regione nell’ultima settimana. La Campania infatti è una delle 9 regioni nelle quali la Fondazione Gimbe, con il suo monitoraggio settimanale, ha rilevato un’inversione di tendenza rispetto al precedente abbassamento del numero di contagi, ritenuto effetto da decreto Natale. L’andamento dei contagi nelle scuole superiori che potrebbe portare a un nuovo stop della didattica in presenza dal 15 febbraio almeno per le scuole secondarie superiori.
Da valutare la situazione per le altre classi: non è escluso che in presenza di ulteriori dati preoccupanti potrebbero esserci restrizioni anche per scuole elementari (dalla terza) e medie sulla scia di quanto avvenuto prima di Natale.
L’Unità di crisi della Campania valuterà la situazione e non sono escluse nuove misure restrittive, da assumere con un’eventuale ordinanza del presidente Vincenzo De Luca. Sotto la lente d’ingrandimento degli esperti dell’Unità di crisi, in particolare, i contagi ritenuti legati alla ripresa dell’attività didattica in presenza, che in Campania è avvenuta a singhiozzo: gli ultimi a tornare in classe sono stati gli studenti delle scuole superiori, lunedì 1° febbraio, in percentuali ridotte e con orari differenziati.
La ripresa dell’attività in presenza per medie e superiori è stata decisa alla luce di due pronunce del Tar della Campania su altrettanti ricorsi presentati da genitori “no Dad”; un eventuale nuovo stop alle attività in presenza troverebbe quindi giustificazione solo se ci si troverà di fronte a un deciso aumento dei contagi in ambito scolastico. Nei giorni scorsi la Asl Napoli 1 Centro, competente sui territori del comune di Napoli e dell’isola di Capri, ha diffuso quotidianamente un bollettino con l’andamento dei contagi tra studenti e docenti delle scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori.