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Trebula Balliensis e il silenzioso abbandono della “Pompei Sannita”

PONTELATONE (Stefania Mastroianni). L’alto Casertano è uno scrigno di tesori archeologici, ambientali e paesaggistici tutto da scoprire. Purtroppo non valorizzati come meriterebbero. Uno di questi è Treglia, frazione del Comune di Pontelatone, a due passi da Santa Maria Capua Vetere, dove è passata la grande storia. Assieme a Treglia, meglio conosciuta con l’antico nome latino di Trebula Balliensis, l’alto casertano spicca per paesaggi meravigliosi: da Castel Morrone, con le rovine del suo castello feudale, fino ai confini col Molise, si possono visitare luoghi ricchi di storia. E ancora: la piana del Volturno, teatro di epiche battaglie tra Annibale e l’esercito Romano,  tra il Greco Narsete ed il Gallo Buccellino,  tra l’esercito Borbonico e i garibaldini, l’incontro tra Vittorio Emanuele e Garibaldi,  tra l’ esercito tedesco e l’esercito anglo-americano, e risalendo il corso del fiume Volturno, che da queste parti conserva ancora un antico fascino dovuto a scorci mozzafiato e a una flora e fauna ricchissima, ci si imbatte in castelli medioevali e ruderi di epoca preistorica, sannita, etrusca e romana.

Trebula Balliensis in particolare è un piccolo borgo in cui è possibile visitare i ruderi di un’ antichissima città fondata dai  Sanniti dove si possono ammirare ancora intatte le mura ciclopiche di cinta munite di porta a tenaglia. Il sito, purtroppo infelicemente abbandonato è molto caro ad Andrea Mongillo, responsabile di Confederdia Campania, da sempre interessato alla promozione della storia locale.

“Il sito di Trebula Balliensis – dice Mongillo che alla stampa ha affidato i suoi propositi nella speranza che vengano colti da qualcuno – non ha nulla in meno in termini  architettonici  e bellezza rispetto a quella di Micene in Grecia, inoltre ci sono molto ben visibili i resti di antiche terme di epoca romana e su un territorio molto vasto tutta una serie di ruderi, acquedotti e tombe che testimoniano l’esistenza di una grossa città popolata fina dalla notte dei tempi da una civiltà molto evoluta che sicuramente ha avuto contatti con Etruschi, Aurunci e Greci”.

“Tra l’altro già alla fine del 1700 – continua Mongillo –  il sito è stato oggetto di campagna di scavi, abusivi e non abusivi, tant’è che nel British Museum di Londra è esposto un pregiato e ricco  corredo funerario rinvenuto a Trebula Balliensis durante scavi abusivi effettuati da un ambasciatore inglese alla corte dei Borbone e nel Museo Campano di Capua possiamo ammirare tantissimi capolavori provenienti dall’area Trebulana. Il sito archeologico è definito, negli ambienti accademici ed universitari,  la Pompei Sannita.

Tutta questa miniera di storia e cultura attualmente è lasciata all’oblio del tempo ed è abbandonata, eppure potrebbe essere un serio volano di sviluppo di tutta un’area che va da Formicola ad Alvignano, basterebbe renderla visitabile, organizzare visite guidate, ampliare le campagne di scavo, pubblicizzare la scoperta della antichissima città all’estero e non da ultimo fare in modo che i visitatori della Reggia di Caserta, che dista appena trenta chilometri, possano visitare l’importante area archeologica”.

La storia antica che si trova in questi luoghi ben si abbina alle eccellenze enogastronomiche, un perfetto connubio per il turismo culturale,

“Le aree dei monti Trebulani e  del Caiatino sono famose per l’aria salubre, la natura incontaminata, i tanti prodotti agricoli eccellenti, come il vino Casavecchia DOP, il formaggio conciato romano S.T.G., la castagna “UFARELLA”, il vino Pallagrello, l’olio extravergine di oliva Caiazzana: tutti prodotti nati grazie alle popolazioni avvicendatesi in Trebula Balliensis,  la mozzarella di bufala Campana DOP ed i tanti ristoranti dove Chef di fama nazionale ed internazionale propongono piatti e pizze che valorizzano i prodotti locali.

Tutto ciò rappresenta un insieme formidabile di ingredienti che fanno in modo che una visita nei luoghi descritti sia un’esperienza indimenticabile tra storia, arte, cultura, antiche tradizioni ed enogastronomia” dice Mongillo.

E conclude: “C’è bisogno di insegnare la storia locale sin dalle scuole elementari soprattutto nelle scuole dell’area dei Monti Trebulani e del Caiatino, rendere i più piccoli coscienti del patrimonio culturale che l’area esprime di per sé fa che il sito archeologico sia valorizzato e che non sia dimenticato e classificato come un antico ammasso di macerie, di edificare un Museo Comunale per custodire ed esporre i reperti archeologici, migliorare le infrastrutture stradali e ferroviarie per rendere facilmente accessibile il sito ai turisti, potenziare la rete internet,  pubblicizzare con maggiore incisività tramite l’Ente Provinciale del Turismo gli scavi, formare giovani guide turistiche che grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie ed alla conoscenza delle lingue possano guidare gli avventori in un percorso fatto di cultura, sensazioni positive ed enogastronomia.

Auspico che le risorse economiche che saranno distribuite e finalizzate al “turismo lento” tramite il Recovery Found vengano utilizzate per realizzare tutto quanto ho descritto, per effettuare  tutto ciò però c’è bisogno che il Ministero dei Beni Culturali in sinergia con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ed il Ministero dell’Agricoltura predispongano una regia che realizzi  progettualità concreta  in stretta collaborazione con la Regione Campania, l’Amministrazione Provinciale,  le Amministrazioni Comunali interessate e passaggio fondamentale, includere nel discorso le ASSOCIAZIONI CULTURALI ED AMBIENTALISTE locali al fine di concretizzare un vero sviluppo locale che crei i presupposti fare in modo che i tanti cervelli brillanti e le menti illuminate locali  restino nei paesi natii  e possano realizzare il loro progetto di vita nei centri dell’alto Casertano”.

 

il candidato Sindaco Mongillo