San Felice a Cancello. “San Felice a Cancello ha sofferto fin dal dopoguerra la mancanza di uno strumento quale il Piano Regolatore. Ciò ha impedito la localizzazione di strutture produttive sul territorio” è quanto dichiarato dal professore e giornalista Arturo Morgillo che ha voluto rispondere a quanto pubblicato ieri,in occasione del 40esimo anniversario del terremoto, dall’onorevole Gianni Piccirillo.
“Sulla persona del Dr. Giovanni Piccirillo – prosegue Morgillo – molte erano le speranze riposte quando divenne Sindaco nell’autunno 1980. In precedenza il suo predecessore Dr. Franco Ferrara, anch’egli DC, fu dimissionato dagli stessi consiglieri di partito proprio sulla questione PRG. All ‘ imboscata partecipò lo stesso Piccirillo il quale, una volta eletto Sindaco, si impegnò a risolvere e far approvare il Piano. Ma non fu così. Il terremoto rappresentò l’occasione propizia, ma fu sprecata sia per dei contrasti interni alla DC, che amministrava con il PSDI, sia per le pressioni e ricatti che piovevano da tutte le parti a difesa dei proprietari dei terreni. Il PRG, per la cronaca, fu approvato nel 2010 con Sindaco Pasquale De Lucia.
Riguardo alla Pianta Organica – spiega Morgillo– tanti furono gli interventi di altri partiti ( tra cui il PCI ) per sanare le situazioni comunali: cioè, dipendenti assunti per chiamata diretta clientelare e poi inquadrati in organico. Il giovane Sindaco Piccirillo, pur avendo tanta buona volontà nel fare, rimase prigioniero del sistema politico elettorale e alla fine gli fece comodo trasformare l’essere stato Sindaco di un paese come San Felice a Cancello in termini di contrattazione per spiccare il volo a livelli più alti ( vedi la candidatura alla Camera dei Deputati). San Felice, dunque, pista di lancio per la carriera politica. In conclusione, il paese non ha fatto grandi passi in avanti sulla strada dello sviluppo, i giovani continuano ad emigrare con la laurea al posto della valigia di cartone, si avverte la mancanza di una identità territoriale, siamo diventati periferia dell’area metropolitana di Napoli anziché cerniera tra aree interprovinciali. La delinquenza e lo spaccio di droga la fanno da padrone. Il terremoto è stata una grande occasione mancata per la crescita democratica della cittadinanza. Chi aveva il potere di invertire la rotta, non lo fece. Purtroppo.