NAZIONALE. La tregua di Natale ormai è più di un’ipotesi. Il governo è pronto a trovare un’intesa con le Regioni per riaprire negozi, bar e ristoranti.
Nelle Regioni che rispetteranno i 21 parametri per evitare la zona rossa e che soprattutto avranno l’indice Rt non superiore a 1 ci saranno delle aperture in vista del Natale. Le prime potrebbero avvenire dal 4 dicembre dopo il prossimo Dcpm.
Le ipotesi sono quelle di riaprire i centri commerciali nei weekend, i negozi dalle 9 alle 22 e i bar e i ristoranti solo la sera, nello specifico fino a mezzanotte, visto che il coprifuoco potrebbe essere posticipato di un’ora.
“Ci giochiamo il 30% del Pil”
“Tratteniamo il fiato e cerchiamo di arrivare con quest’assetto, i 21 parametri, le tre fasce, senza litigare, fino al 3 dicembre, cioè fino al prossimo Dpcm. Ma poi bisognerà cambiare, semplificare. Si avvicina il mese cruciale”. Lo sottolinea in una intervista al Corriere della Sera il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti che chiede al governo un processo decisionale “più snello”.
“E va bene l’algoritmo – dice – ma va applicato ai dati degli ultimi 3 giorni non degli ultimi 20, come succede adesso. Però credo che di questo se ne siano resi conto gli stessi tecnici del governo. Ma attenzione: dall’Immacolata all’Epifania, ci giocheremo un pezzo significativo del Pil nazionale, quindi dovremo farci trovare pronti”, ad un sistema di stop and go.
“Il periodo delle feste natalizie coincide con il 30 per cento del volume di acquisti di un intero anno: se non vogliamo uccidere il commercio e mortificare i rapporti sociali dovremo essere bravi a non cancellare le aspettative emotive, religiose ed economiche del Paese. Dico al governo: servirà condivisione, collaborazione, lo ripete sempre anche Mattarella. Le decisioni si prendano insieme”