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Ha Covid ma ospedali rifiutano posto e ossigeno: muore dopo trombosi. “Papà ucciso da ritardi e malasanità”

 

CASAL DI PRINCIPE. Un uomo buono, un lavoratore, un padre. Vincenzo Diana, residente a Casal di Principe e titolare di un bar a Villa Literno, era un combattente nella vita ed è per questo che la sua assurda morte provoca ancora rabbia. A ormai una settimana dal decesso per Covid il figlio Michele vuole onorare la memoria paterna rendendo giustizia al genitore, ucciso – secondo la sua testimonianza – dai ritardi di una sanità sempre più in balia di questa seconda ondata. Ecco la sua testimonianza affidata al gruppo “Noi Denunceremo – Verità e giustizia per le vittime di Covid19”

La testimonianza

“Mio padre settimana scorsa ha saputo di essere positivo al COVID-19 , messe in atto tutte le pratiche cosi come prescritte da uno dei tanti DPCM emanati da marzo ad ora , si è poi messo in isolamento presso il proprio domicilio ! NON È MAI STATO CONTATTATO DALL’ASL PERCHÈ IL DOTTORONE DEL MEDICO DI BASE ,si è dimenticato di avvisare , nell’aggiunta impossibilità tecnica-telefonica di un contatto da parte di mio padre verso l’asl , abbiamo ( noi familiari) contattato il CARDIOLOGO PRIVATO (anche il tampone era stato fatto privatamente ) per avere delle dritte in merito trattandosi di un soggetto oltre che CARDIOPATICO ANCHE DIABETICO CON UNA PREGRESSA ENFISEMA POLMONARE BRILLANTEMENTE SUPERATA MA comunque ESISTENTE … dopo 4 giorni di febbre riusciamo a contattare il team covid che si dedica in maniera tecnica alla questione , mio padre continua ad avere febbre e piano piano inizia a desaturare sempre più , giungendo a saturazione 94 ( minimo fattibile ) , gli raddoppiano le cure , aggiungono farmaci … si giunge dopo una settimana ad un’unica soluzione, il team covid decreta che mio padre debba essere ricoverato( in virtù di analisi fatte: emogas e prelievo ematico! )”

Dal contagio alla ricerca di un posto

Giorno 30/10/20 : prima ambulanza chiamata , guardano mio padre da lontano e confermano la terapia dicendo : la saturazione fino a 94 è giusta , se scende sotto i 90,ricoveriamo! Nel mentre la saturazione scende e il team covid è sempre piu convinto del ricovero.

Giorno 31/10/20 : richiamo l’ambulanza , lo visitano in maniera sommaria e decretano che la saturazione anche ad 87/88 è giusta , va bene e non è preoccupante. Nel mentre la saturazione scende e il team covid continua ad insistere per il ricovero , nei limiti di un’assistenza da casa , impiantano anche una cannula per la somministrazione dei farmaci direttamente in vena ( somministrazione che è avvenuta per opera mia e di mio fratello che siamo laureati in legge e che quindi nessuna competenza abbiamo e avevamo in merito)

Lunedi 2/11/20 ci contatta il dott.Diana (facente parte del team covid) dicendo che c’è la possibilità di un posto letto all’ospedale di Aversa in alternativa a quello di Santa Maria Capua Vetere , stesso il team covid allerta il 118 per far prelevare mio padre e portarlo in ospedale ( ore 20 circa ) l’ambulanza del 118 , allertata dal team covid, arriva alle 3:30 di notte e dice che nn è mai stato vero che c erano i posti letto e loro nn hanno dove portare mio padre. Per parere di qsto medico di turno del 118 mio padre va ricoverato SICURAMENTE ma non ci sono posti in nessuna struttura ospedaliera e il centralino risulta fuori posto. Costernato(come se ció bastasse quando si parla di vite umane ) , aggiunge ( ad un referto digitale che nn mi ha mai rilasciato ) una postilla, specificando : il signor TIZIO CAIAO deve essere ricoverato , si prega di contattare appena si libera un posto ( in questi e non in altri termini ) . Mio padre continua a desaturare , mantenendo a stendo i limiti, non quelli consentiti del 94 , ma giungendo a limiti improbabili ( 15unità di ossigeno per 80 di saturazione )

Giorno 03/11/20 : richiamo ambulanza alle ore 08:30 , per essere ricontattato alle ore 10:35 per avere conferma del fatto che io ne avessi ancora bisogno , alle ore 12:45 ( quando io ormai esausto stavo recandomi al pronto soccorso, nella confusione più totale di pareri discordanti sulla possibilità o meno di presentarsi in pronto soccorso con un covid positivo) arriva l’ambulanza , da cui ne scende un medico vestito come a Milano si va a passeggiare in Sempione , con una semplice mascherina chirurgica privo di qualsiasi mezzo esistente atto a prevenire contagi ed esordisce : -non hai manco la bronchite , continua con la cura che vai bene ( mio padre con ossigeno a 15 unità , oltre non si va, saturava 80 !) -non farti ricoverare che ti viene la polmonite -non ho dove portarti !(riferendosi agli ospedali saturi ) -noooooo, l’ossigeno fino a 60 è buono ! Dopo ‘ insistenze ‘ che non appartengono ai membri della mia famiglia: per essere dei veri signori devi ben sapere quando non essere un signore , riusciamo ad ottenere un ‘passaggio in ambulanza’ alla clinica di Castel Volturno ( che grazie a quella merda di Vincenzo De Luca nn è ancora centro covid diversamente da quando comunicato in una delle sue pagliaccevoli dirette ) per cui ci spostiamo all’ospedale Moscati di Aversa ( dove posti non ce ne sono manco a pagarli oro colato) … e dove la dottoressa del pronto soccorso ( nonchè primario del pronto soccorso) vieta la somministrazione da parte degli operatori del 118 di ossigeno e di farmaci di fruizione dell’ospedale .

 

Per cui ci organizziamo ( mentre attendiamo ) con bombole d ‘ossigeno prese a PAGAMENTO nelle farmacie della zona e con farmaci nostri ( perchè ancora una volta la sanità sta negando a mio padre un diritto INVIOLABILE E FONDAMENTALE DELLA COSTITUZIONE COLLEGATO (ad occhio e croce ) ALMENO AD ALTRI 3/4 articoli e 3/4 principi di medesimo rilievo.

 

Situazione precipita: operazione e decesso

Il medico del 118 in tutto il periodo d’attesa continua nell’arte di convincere mio padre a tornare a casa (perchè ,da discorsi loro,il suo turno finiva alle 18 ) asserendo che non ha manco la bronchite , sta bene e in ospedale rischia di prendersi la polmonite ( patologia che da referto del team covid mio padre ha giá da una settimana, nello specifico trattasi di polmonite interstiziale da COVID -19)

 

Dalle 13:45 che mio padre viene caricato in ambulanza , il ricovero avviene solo alle 23:40 d sera all’ospedale civile di Caserta , dopo due giorni in ventilazione c-pap , mio padre inizia a lamentare un dolore alla gamba e da lì viene avvertito il cardiovascolare che diagnostica un trombo alla vena femorale , lo operano d’urgenza , mio padre non si è mai svegliato dopo l’operazione ! Nonostante l’operazione , durante l’ultimo giorno , notano un ulteriore trombo all’altra gamba ( purtroppo nn si puo rioperare ) Ora io nin sono medico ma almeno 10 medici parenti e/o amici hanno confermato che l’aggravarsi e il degenerare della situazione e imputabile al 100 % al ritardo

 

ASSURDO E ANTI-COSTITUZIONALE DEL RICOVERO MICHELE DIANA , ERA MIO PADRE ❤️