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Piscitelli a casa, replica durissima dei 5 dissidenti: “Pessima amministrazione”

 

Piscitelli a casa, replica durissima dei 5 dissidenti: “Pessima amministrazione”

 

CERVINO. Replica durissima da parte dei 5 consiglieri che di fatto hanno mandato a casa Gennaro Piscitelli. Le motivazioni di Maria Grazia Di Nuzzo, Luigi Di Nuzzo, Filippo Caturano, Emanuela D’Addio e Gina Obetto.

La nota

Questo ci saremmo aspettati da Gennaro Piscitelli per aver amministrato al limite della scelleratezza umana il nostro Comune per sedici mesi.
Sedici mesi durante i quali ha tradito il mandato popolare ricevuto dai cittadini nel maggio 2019,
trasformando la tanto propagandata POLITICA DEL CAMBIAMENTO nella più comoda politica DEL
TIRARE A CAMPARE.
Sedici mesi di pessima amministrazione, caratterizzata da inoperosità ed inefficienza, riunioni
ove regnava isterismo e tracotanza in danno del consigliere di turno, che hanno lasciato il paese
fermo al palo.

Nessun punto del programma elettorale realizzato.
Nessuna programmazione per il futuro.
Una scrivania sulla quale non era presente uno straccio di documento, senza una cartellina, solo
una bottiglia d’acqua minerale e tre bicchieri di plastica.
Una scrivania dietro alla quale anziché impartire direttive politiche si chinava passivamente il capo
a chi per legge non era deputato a fare politica.

 

E invece, con vaneggiamenti senza senso, messi nero su bianco sul manifesto affisso domenica, è
stata elencata una serie di bugie da far IMPALLIDIRE PERFINO PINOCCHIO, con l’unico scopo di
distogliere l’opinione pubblica dalla triste realtà dei fatti.
Quella triste realtà che in sedici mesi ci ha fatto perdere credibilità nel paese, vanificando in un
batter d’occhio quella vittoria elettorale strepitosa, epocale, che doveva essere l’occasione per il
rinnovamento storico del nostro Comune.

 

Nulla si poteva obiettare ai tanti cittadini che, increduli, non perdevano occasione per dire frasi del
tipo: “Che state a fare sul comune!!!!”, “Prendete solo lo stipendio!!!!”, “Andate a casa!!!”
Al nostro tentativo, mille e più volte ripetuto, di svegliarlo dal sonno e portarlo a ragionare su
quanto era nostro dovere fare nell’interesse della collettività è stato sempre risposto picche e si è
cercata una maggioranza sia in giunta che in consiglio per continuare una scellerata ed assurda politica che ha finito per aggravare le già precarie condizioni in cui versa il paese.

 

Si è dato vita ad una TROIKA che in “due sedi distaccate del comune”, una a monte ed una a valle del nostro territorio, si riuniva e imponeva ordini del giorno per la giunta e per il consiglio
senza discuterli con gli altri consiglieri.

 

Davanti a questo strapotere non ci siamo mai piegati e per questo motivo è stato tentato, con un
colpo di mano, di estrometterci dalle decisioni e ridurci semplici spettatori.
È stata tentata una nuova maggioranza con sistemi poco ortodossi, al limite della legalità.
Pressioni su un consigliere dell’opposizione per ottenerne la dichiarazione di “indipendente”.
Richiesta di dimissioni ad altro consigliere in cambio della assunzione nello staff.
Promessa di assessorato ad un ennesimo consigliere in cambio di sostegno in consiglio.
Ma il giochetto non è riuscito perché con onestà e presa di coscienza queste persone hanno rifiutato e con orgoglio hanno preso le distanze.

 

Nonostante ciò, abbiamo agito da veri politici: anziché mandarli a casa abbiamo votato il bilancio dando dimostrazione ai cittadini di essere amministratori responsabili e non avventurieri.
Aspettavano un cambio di rotta che purtroppo non c’è stato e Gennaro Piscitelli, dimostrando tutta la sua pochezza e fregandosene altamente dei segnali negativi sul suo modo di amministrare
provenienti da amici e consiglieri, con l’agire arrogante da tipico “bulletto di periferia”, ha ritirato
le deleghe al vice sindaco e a due assessori, mandando di fatto tutto a carte quarantotto.
La sfiducia che ne è scaturita è stata, quindi, inevitabile.
Una sfiducia non contro la persona ma motivata dalla cattiva gestione della politica amministrativa
alla quale era doveroso dare un taglio.