Skip to main content

Stroncato da un malore nel cuore della notte, rione dice addio a Gennaro

 

Stroncato da un malore nel cuore della notte, rione dice addio a Gennaro

Marcianise. È stato un malore improvviso a strappare all’affetto dei suoi familiari e di quanti gli volevano bene Gennaro Tartaglione, 66enne operaio in pensione e residente nel rione San Giuliano.

L’uomo è stato ricordato con parole di grande affetto dall’ex sindaco Antonello Velardi peraltro suo vicino di casa: “L’ha spento un colpo al cuore. Forte, improvviso. A tradimento, di notte. Dormiva, ha sentito il dolore e ha provato ad alzarsi dal letto ma non ce l’ha fatta. Il figlio ha cercato di aiutarlo, ma c’era ben poco da fare: anche un medico non sarebbe riuscito a riafferrarlo e a riportarlo in vita. Se ne è andato così, come aveva vissuto, senza disturbare e sempre con discrezione, Gennaro Tartaglione. Aveva 66 anni, era di Marcianise.

Sono andato a rendere omaggio a Gennaro e a porgere le condoglianze ai suoi familiari. Alla vedova, Caterina Colella, insegnante ad Orta di Atella ma marcianisana; ai figli Pasquale, Ilaria e Francesco. Alla folta schiera di fratelli, a tutti i familiari, al papà Pasquale che a 94 anni ha visto il figlio volare via.

Gennaro Tartaglione apparteneva alla categoria delle persone comuni e, proprio per questo, era una persona speciale. Aveva lavorato nella Gte per molti anni, da cinque era in pensione e conduceva la vita del pensionato. Mai sopra le righe, sempre un passo indietro: non amava creare disturbo. Una brava persona. Non alzava la voce, non aveva grilli per la testa, il suo mondo era in 200 metri: casa sua in fondo a via San Giuliano, il circolo sullo stesso marciapiedi più avanti, la benzina sul marciapiedi opposto, il bar lì vicino. Aveva come compagna la sigaretta e ancora lo ricordo, affacciato al balcone, che inseguiva i suoi pensieri tenendo la sigaretta accesa. Lo ricordo anche quando mi aveva fatto gli auguri per la mia elezione al sindaco, di cui peraltro andava orgoglioso perché, pur nel suo silenzio, era una persona che capiva le altre persone e sognava un mondo migliore per sé e per le generazioni future.

Gennaro i pensieri li teneva per sé, esternava poco sia le gioie e sia le amarezze: ne aveva avute, purtroppo, anche recentemente, e le aveva vissute con grande afflizione ma anche con cristiana rassegnazione, convinto che la vita ti mette spesso davanti a ciò che tu non desideri. Ma è la vita. Era, appunto, una persona comune che aveva scelto la bassa voce e non il trambusto, il basso profilo e non l’ostentazione. Aveva scelto di non disturbare.”

L’hanno visto ieri sera al circolo, è stato con gli amici, gli piaceva la partitella a carte. Sognava una vita tranquilla da pensionato tranquillo: se n’è andato di notte, cercando la pace. E lì, dove è ora, l’ha trovata. Resta il rimpianto per una persona buona che non doveva andarsene così presto, perché qui c’è un disperato bisogno di persone comuni che conoscono il valore e i valori. Un forte abbraccio ai familiari, una carezza a lui: gli sia lieve la terra, lo merita.
#obituary