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Ex ras dei Belforte si pente: scoperto a gestire giro di spaccio dai domiciliari

 

MARCIANISE/SAN MARCO EVANGELISTA. Proprio in questi giorni, nell’estate di 9 anni, Pasquale Aveta deponeva per sempre le armi e sceglieva di passare dalla parte dello Stato. Una decisione sofferta, presa in un’epoca in cui pochi pentimenti avevano toccato i Belforte, e soprattutto nessun capo della fazione aveva intrapreso quella strada.

 

In quel torrido giugno 2011 il ras originario di San Marco Evangelista aveva 34 anni e ciò lo convinse forse a mettere da parte l’appartenenza ai Mazzacane e con condanne pesanti sulle spalle a pentirsi. Ora, esattamente nove anni dopo, un’inchiesta degli investigatori abbruzzesi, denominata “Doppio Gioco”, ha squarciato il velo sugli ultimi mesi di Aveta, che aveva ottenuto il beneficio dei domiciliari dopo molti anni di carcere. In casa stava scontando una condanna per omicidio, la stessa casa nella quale avrebbe riorganizzato – secondo le indagini – un giro di spaccio intorno alla città di Lanciano.

L’indagine

L’operazione convenzionalmente denominata “DOPPIO GIOCO” ha consentito di individuare un’attività criminosa dedita alla detenzione ed allo spaccio di cocaina, posta in essere principalmente dal destinatario della misura cautelare odierna e da altri 4 indagati, che dovranno rispondere, a vario titolo, di detenzione e spaccio di stupefacenti.

Come riportato dai colleghi di “Lanciano 24” le investigazioni hanno avuto inizio nel mese di febbraio scorso attraverso il monitoraggio, mediante riprese video e dispositivo GPS installato a bordo del veicolo in uso ad alcuni indagati, e contestuali servizi di osservazione e pedinamenti ampliati con attività tecnica di intercettazione di 10 utenze mobili dell’illecita attività di spaccio che si verificava nei pressi di un esercizio pubblico della città frentana. L’articolata attività info-investigativa condotta dagli investigatori del dipendente Nucleo Operativo e Radiomobile, permetteva di accertare inconfutabilmente la cessione quotidiana, a piccole dosi, di stupefacente del tipo cocaina ad opera del principale indagato il quale si avvaleva dell’appoggio di altre persone, anch’esse indagate, per farsi “custodire” la droga evitando di tenerla presso il proprio domicilio.

 

Le indagini hanno consentito di acclarare inconfutabili elementi di colpevolezza a carico di 5 indagati, nei confronti di 1 dei quali il G.I.P. del Tribunale di Lanciano Dr. Massimo CANOSA ha ritenuto, concordando con le risultanze investigative proposte, emettere motivato provvedimento restrittivo in ordine ad un accertato e redditizio spaccio di cocaina che vedeva un bacino molto ampio di consumatori locali ( in soli quattro mesi e nonostante il periodo di lockdown, sono stati individuati circa 50 acquirenti) ed un volume di affari di circa 15.000 euro al mese. L’ ipotesi di reato per la quale si procede è la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti .

Nella giornata del 16 giugno, i Carabinieri della Compagnia di Lanciano, supportati da unità cinofile antidroga del Comando Provinciale di Chieti, hanno dato la materiale esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Pasquale Aveta, 43 ENNE e sottoposto a perquisizione gli altri indagati:

  • G. 35 anni
  • B. 45 anni
  • R. 46 anni

Nel corso delle perquisizioni domiciliari, presso il domicilio dell’indagata A.R., sono stati rinvenuti 6 involucri contenenti complessivi 160 grammi di cocaina nascosta nel controsoffitto e la persona è stata tratta in arresto in flagranza. Inoltre nell’abitazione del 43enne i Carabinieri hanno trovato due bilancini di precisione, una katana giapponese affilatissima con lama di cm.27 ed uno scanner per il rilevamento delle microspie. Pertanto, in conclusione, i risultati complessivamente ottenuti sono stati i seguenti:

-nr.1 arresti su O.C.C.;

-nr.2 arresti in flagranza effettuato nel corso delle indagini;

-nr. 5 persone segnalate in stato di libertà;

– mezzo chilo di cocaina rinvenuta pari a circa 1000 dosi.