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VIDEO. Carcere, Salvini va dagli agenti e si sente di tutto: “Governo al servizio dei criminali, ora facciamo noi la rivolta”

L’AGGIORNAMENTO

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. “Sono venuto qui, ho disdetto gli appuntamenti, perché non si possono indagare e perquisire come delinquenti 44 servitori dello Stato”. Così Matteo Salvini, arrivando davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove l’ex ministro dell’Interno si è recato dopo gli avvisi di garanzia ad alcuni agenti della penitenziaria, sospettati di pestaggi in carcere.

 

“Non esiste né in cielo, né in terra perquisire gli agenti davanti ai familiari dei detenuti”, dice il leader della Lega, mentre attorno a lui si accalcano tv e alcuni poliziotti. Vadano loro a sedare la rivolta”, grida uno dei presenti. “Aprite i cancelli, fate uscire i detenuti, se la sedano loro la rivolta”. “Governo infame, al servizio dei criminali”, aggiunge un altro lì vicino. E ancora dalla folla: “La rivolta la facciamo noi, mettiamo tutti i carceri sottosopra”.

 

 

IL VIDEO (attendi 20 secondi per il caricamento)

 

https://www.facebook.com/salviniofficial/videos/258987242110126/

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. “Incredibile! 44 poliziotti in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono indagati come violenti torturatori per aver bloccato la rivolta dei detenuti del 6 aprile scorso, che provoco’ danni per centinaia di migliaia di euro”.

 

Lo scrive su facebook Matteo Salvini, che aggiunge: “Ho rimandato tutti gli impegni del pomeriggio e parto subito per la Campania, per portate la mia (e vostra) solidarieta’ alle donne e agli uomini in divisa che, invece di essere ringraziati, vengono indagati. È una vergogna”.

 

Borrelli: “Chi ha sbagliato deve pagare”

 

Durante la mattinata dell’11 giugno ci sono state tensioni tra la polizia giudiziaria e gli agenti della Polizia Penitenziaria all’esterno e all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

 

Il motivo di tale agitazione è riconducibile alle modalità con le quali sono stati notificati i 44 avvisi di garanzia ai poliziotti coinvolti in un’indagine su presunti pestaggi avvenuti in un istituto carcerario nel casertano, lo scorso 6 aprile, durante una rivolta. La notifica, infatti, è avvenuta all’esterno del carcere davanti anche agli occhi dei parenti dei detenuti che erano in coda per i colloqui.

 

“La scelta di notificare questi avvisi di garanzia in una maniera così plateale e pubblica è alquanto discutibile.

 

Chi ha sbagliato ed ha fatto abuso di potere è giusto che paghi e che sconti eventualmente la condanna, su questo non si discute, ma è la modalità della notifica che è stata sbagliata, in questo modo si fa passare il messaggio che i poliziotti sono i cattivi mentre i detenuti sono i buoni. Ricordiamo che gli agenti sono intervenuti per sedare una pericolosa rivolta che ha creato ingenti danni, in questi casi l’uso della forza è d’obbligo per ripristinare l’ordine, se poi qualche agente è andato oltre i limiti del proprio ruolo allora è giusto che paghi ma senza che venga attaccata l’intera categoria.

 

In questo momento si stanno lanciando strani segnali, i poliziotti che vengono messi alla gogna pubblica, i camorristi che invece vengono scarcerati, sembra che l’ordine delle cose sia stato sovvertito, invece bisogna avere ben chiaro in menta una sola cosa: dobbiamo difendere e sostenere la legalità e le istituzioni ed attaccare la criminalità.” sono state le parole del Consigliere Borrelli.