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Gioco d’azzardo del clan, imprenditore a casa della madre. Ecco i motivi della scarcerazione

 

 

CASAL DI PRINCIPE. Antonio Noviello, 45 anni, esponente di spicco della fazione Schiavone dei Casalesi e loro referente nel Nord Italia, in particolare a Modena, dove ha ‘curato’ per conto della cosca gli affari del gioco d’azzardo legato alle macchinette del videopoker, detenuto nella casa circondariale di Asti, e’ stato autorizzato dal magistrato di sorveglianza di Torino, per un residuo di pena inferiore a 18 mesi, a scontare la fine della condanna a casa della madre a Casal di Principe.

 

 

Questo, nonostante i reati per cui sia condannato non siano comuni ma di mafia o con l’aggravante mafiosa. Il caso e’ una ricaduta delle scarcerazioni rese possibili dal decreto Cura Italia allo scopo di prevenire il contagio nelle carceri. Infatti per Noviello, in prigione dal 8 maggio 2007, la Corte d’Appello di Napoli a giugno 2019 ha riconosciuto il vincolo della continuazione tra le condanne del 15 aprile 2016, diventata irrevocabile l’8 novembre 2017, e quella del 21 dicembre 2011, diventata irrevocabile il 5 maggio 2012, per 416 bis e reati comuni con l’aggravante della agevolazione mafiosa, determinando la pena complessiva residua a 9 anni e 4 mesi; Noviello ha ottenuto una riduzione pena di 967 giorni.

 

Poiche’ la direzione della casa di reclusione di Asti ha comunicato al magistrato di sorveglianza che l’uomo non e’ sottoposto al regime di sorveglianza speciale e nell’ultimo anno non e’ incorso di infrazioni disciplinari e non e’ stato sanzionato ed e’ disponibile a indossare il braccialetto elettronico, ritenendo idonea l’abitazione della madre a Casal di Principe, ha disposto l’esecuzione della pena residua in quel domicilio con il braccialetto elettronico o altri strumenti tecnici. La decisione e’ stata emessa lo scorso 23 aprile. L’esponente del clan, dunque, ha avuto un trattamento equiparabile a quello di un detenuto comune.