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Jackpot, stangata definitiva per 20. Mazzata ai clan Venosa-Schiavone. NOMI E FOTO

 

SAN CIPRIANO D’AVERSA/CASAL DI PRINCIPE. Nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni con le quali lo scorso febbraio la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne per 20 persone coinvolte nell’inchiesta Jackpot che nel 2017 portò i carabinieri ad effettuare 46 arresti.

Al termine del processo di secondo grado i giudici di Appello confermarono la condanna di primo grado per Giuseppe Bianchi (6 anni); Augusto Bianco (8 anni); Salvatore Cantiello (8 anni), Massimo Venosa (10 anni), il collaboratore di giustizia Yuri La Manna (4 anni), Antonio Venosa (5 anni), mentre decisero alcune riduzioni di pena comminando 2 anni e 4 mesi ad Anna Cammisa; 9 anni e 10 mesi a Gennaro D’Ambrosio; 9 anni e 4 mesi a Massimiliano D’Ambrosio, di Casaluce; 9 anni e 4 mesi per Teresa Venosa; 11 anni e 8 mesi per Giuseppe Verrone; 10 anni e 4 mesi per Giuliano Venosa; 10 anni e 4 mesi per Angelo D’Errico; 9 anni e 4 mesi per Salvatore Frattoluso; 2 anni e 4 mesi per Ettore Pacifico; 7 anni a Pasquale Picone; 9 anni per Vittorio Pellegrino; 9 anni per Mario Pinto; 9 anni per Angelo Prece; 2 anni per Angelo Mennillo; 3 anni e 8 mesi per Raffaele Micillo.

 

A distanza di quasi un anno da quel verdetto la Suprema Corte ha confermato le condanne per Giuseppe Bianchi, Augusto Bianco, Salvatore Cantiello, Massimiliano D’Ambrosio, Gennaro D’Ambrosio, Angelo D’Errico, Salvatore Frattoluso di Aversa, Yuri La Manna, Angelo Mennillo di Aversa, Ettore Pacifico, Vittorio Pellegrino di Aversa, Pasquale Picone, Mario Pinto, Angelo Prece, Antonio Venosa, Massimo Venosa, Giuseppe Verrone, Dionigi Pacifico di Casal di Principe, Teresa Venosa e Giuliano Venosa. Accolta solo l’istanza di Anna Cammisa, moglie di Augusto Bianco, che sarà nuovamente giudicata in Appello.

 

Gli imputati sono di Aversa, San Cipriano d’Aversa, Frignano, Casal di Principe, Maddaloni, Caserta e Casaluce. Le accuse sono quelle a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso e commessi per agevolare il clan “dei Casalesi”.