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Ragazzi casertani in Erasmus bloccati a Barcellona: “Non potevamo lasciare i nostri amici soli”

 

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE/CASERTA. E’ finito sul tavolo del ministro Luigi Di Maio e in tv al programma Le Iene il caso dei ragazzi casertani in Erasmus bloccati in Spagna. Nel gruppo ci sono Achille Falvo di Caserta e Ferdinando Bianco di Santa Maria Capua Vetere.

 

“Tutto inizia la notte del 26 marzo. Un gruppo di studenti italiani che stavano facendo l’Erasmus, chi a Tarragona chi a Valencia, si recano a Barcellona in fretta e furia quando vengono a sapere che dopo il 26 non partiranno più navi per l’Italia dalla capitale della Catalogna – si legge sul sito de Le Iene – Ma una volta arrivati all’imbarco della nave della compagnia Grimaldi Lines in partenza per l’Italia, arriva una prima brutta sorpresa. Hanno bloccato due dei nostri compagni perché avevano la febbre. Uno aveva 37, 5 gradi e l’altro 37,7″. Per la Grimaldi Lines con una temperatura superiore ai 37 e mezzo non si può infatti salire a bordo.

“Uno aveva 37, 8 e l’altro 38. Ci hanno detto che loro non potevano imbarcarsi. Nessuno di noi ha casa o un posto dove dormire a Barcellona e quindi abbiamo deciso di rimanere con loro anche noi che non avevamo la febbre”

“Gli operatori hanno misurato la febbre: uno aveva 36,2 e l’altro 37,3. Avevano i requisiti per salire a quel punto. I due ragazzi nel frattempo, cinque minuti prima di misurare nuovamente la febbre, avevano preso del paracetamolo. Dalla nave non hanno comunque voluto sentire ragioni e non ci hanno fatto salire”, ha raccontato Salvatore alle Iene.  “c’è un’autocertificazione compilata dal passeggero che viene controllata al check-in, nelle file viene fatta rispettare la distanza di un metro e i passeggeri hanno l’obbligo di informare il comandante se le condizioni di salute variano durante il viaggio”. Riguardo ai nostri ragazzi Erasmus, la compagnia dichiara di essersi semplicemente “attenuta a seguire il protocollo e non ritiene necessario rilasciare particolari dichiarazioni”

“La polizia è rimasta con noi e ci hanno fatto dormire nel gate da dove partono le navi Abbiamo provato a chiamare tutti: Farnesina, Consolato, tutti! La Farnesina ci ha detto che dovevamo prendere un aereo da Madrid a Francoforte e poi da lì a Roma. Ma tutto questo giro ci sarebbe costato più di mille euro, e onestamente da studenti in Erasmus da ormai otto mesi, non tutti avevamo la possibilità di comprarli”. I ragazzi restano uniti e cambiano nuovamente piano: “L’unica opzione era tornare tutti a Tarragona e chiuderci in casa” dice Salvatore. “Dopo una notte al freddo ora stiamo andando a prendere il treno per tornare nella casa che abbiamo lasciato ieri, abbiamo dovuto richiamare il proprietario. Il mio amico se la sta misurando ogni mezz’ora e ha 36 e qualcosa quindi tutto bene. La Farnesina ci ha parlato di un volo per studenti in partenza dall’Uruguay che farà scalo o a Barcellona o a Madrid. Speriamo di avere presto notizie e di tornare a casa”.

 

Il commento di Ferdinando dopo il servizio

Premetto che prima di ritornare in Italia, non mi esprimerò più sull’accaduto, poichè assolutamente non voglio che parole spinte da rabbia e frustrazione vadano a infangare la natura di questo gesto. Dichiarazioni individuali sono state distorte per dare un’immagine comune di sette ragazzi, di cui ognuno con la sua personalitá e le sue motivazioni, senza dare spazio a ciascuno di esprimersi singolarmente.

Detto questo, ringrazio la redazione de “Le Iene” per averci aiutato a spargere la voce e a rendere pubblico questo episodio che non auguro a nessuno di vivere. Personalmente non lo trovo come un modo per ‘puntare il dito’, sarebbe troppo facile e superficiale nella situazione di crisi generale che ha colpito il nostro Paese. I toni forti, decisi, sono soltanto un modo per attirare l’attenzione su un evento che, se gestito con un po’ piú di buon senso e umanità, avrebbe avuto un epilogo probabilmente diverso. L’unica cosa su cui mi sento di esprimere le mie riserve è il presunto “rispetto delle norme di sicurezza” dichiarato dalla Grimaldi, durante le procedure di imbarco. Io e il mio compagno di viaggio Achille Falvo siamo ancora qui, lottiamo ancora, e presto saremo a casa grazie anche al supporto dei nostri connazionali”

 

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