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Lesioni e minacce, l’omicida del padre e del cognato di Morgillo parte offesa in tribunale

San Felice a Cancello. Stamani presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere il processo ai danni di Gennaro Morgillo, accusato di lesioni e minacce nei confronti di Franco D’Angelo di Durazzano.
Si tratta di un episodio datato 21 aprile 2018 in via Torre a Santa Maria a Vico, per un incidente stradale.
Di fatto da questa lite ha preso origine tutta la vicenda che ha portato poi all’omicidio di Mario Morgillo (padre) e Andrea Romano (cognato) il 31 marzo 2019, uccisi da Franco D’Angelo a Durazzano.

In aula, nella gabbia destinata ai detenuti, c’era proprio Franco D’Angelo, mentre non è comparso l’imputato.
C’erano invece la madre e la sorella di Morgillo.
Il processo è stato aggiornato alla seconda decade di giugno.

 

Il ruolo di Morgillo nello scacchiere dello spaccio nella Valle

Ricordiamo che Morgillo è detenuto da un mesetto in carcere dopo l’arresto ai suoi danni per spaccio di droga, gli ritrovarono tre etti di cocaina e 2500 euro, stava insieme ad un 37enne di Piazza Vecchia.

 

Tanti i precedenti per spaccio, Morgillo in questi ultimi anni ha occupato in diversi casi le pagine di cronaca locale, ma chiaramente il suo ruolo all’interno dello scacchiere degli equilibri dei signori della droga è piuttosto controverso.
Non ha mai avuto dei referenti ma ha operato sempre in proprio attirandosi diverse antipatie, tanto da essere oggetto di attenzioni ‘particolari’, tutti ricordiamo quella bomba che fece esplodere la sua auto in via Ferdinando D’Aragona a Santa Maria a Vico.