Cervino. Oggi nuova udienza del processo all’ingegnere Pietro Esposito Acanfora, unico imputato per l’omicidio del sindaco di Cervino, Giovanni Piscitelli, avvenuto in località Durazzano il 28 febbraio 2008.
L’arringa dell’avvocato Raffaele Carfora, difensore per la parte dei fratelli del fu primo cittadino, è durata circa un’ora.
Per Carfora l’alibi di Esposito Acanfora è falso, non regge.
L’avvocato santamariano ha posto l’attenzione sulla cornice temporale che va dalle 19 e 45 alle 20 e 20 del giorno 28 febbraio.
In questo lasso di tempo sono emerse importanti contraddizioni tra le dichiarazioni dell’imputato con quelle del geometra Franco Piscitelli e l’allora fidanza di quest’ultimo, Antonietta Bocchino.
Ci sono dei vuoti che non sono stati colmati, secondo il legale.
Stesso discorso relativo alla vicenda della vettura rottamata da Acanfora.
L’avvocato ha riferito che stridono tra loro le testimonianze del meccanico e dell’ingegnere, dato che il primo sostiene di aver prelevato la vettura e portata in officina prima dei funerali.
Esposito Acanfora dice invece che l’incidente che causò gravi danni alla Citroen fu effettuato il giorno dopo i funerali.
L’avvocato De Lucia, in rappresentanza del Comune, ha messo in evidenza l’aspetto economico, il movente e gli affari che vedevano coinvolto Esposito Acanfora.
Il 19 toccherà alla parte civile Renato Jappelli, difensore della moglie e dei figli della vittima e ai legali della difesa, Trombetti e De Stavola.
Poi ultima udienza con la sentenza.