Skip to main content

Ex sindaco si difende: “Parenti di politici in clinica? Due, ma sono capaci. Pure i miei genitori hanno pagato visite”

Di 22 Settembre 2019Politica

Castel Volturno. Dimitri Russo non ci sta e dopo le accuse della Procura di Santa Maria Capua Vetere si affida ad un lungo post per motivare la sua estraneità ai fatti contestati in merito all’inchiesta sull’ampliamento della clinica Pineta Grande. In particolare l’ex primo cittadino di Castel Volturno contesta il giro di raccomandazioni che secondo i magistrati sarebbe strettamente collegato ai permessi concessi dal Comune per i lavori alla struttura sanitaria.

Il post di Russo

“L’idea che qualcuno, anche l’ultimo sulla faccia della terra, anche il mio peggior nemico, possa pensare, anche per un millesimo di secondo, che io abbia potuto in qualche modo approfittare del mio ruolo per trarne un vantaggio personale o per altri, è per me insopportabile! Certo, le persone che mi conoscono bene non hanno alcun dubbio sulla mia onestà, che si dimostra nel corso di una vita e non per una carica ricoperta per pochi anni, ma non mi basta. Una persona o è onesta o non lo è. La teoria che la poltrona, il potere, l’occasione, facciano cambiare le persone è stupida. Non ho mai raccomandato una sola persona in vita mia, mai, tanto più alla clinica, nonostante le migliaia di richieste. Non c’è un mio parente che lavora lì.

Appena eletto andai da Vincenzo Schiavone e gli dissi che io sarei stato l’unico suo interlocutore e gli assicurai, come è successo, che nessun amministratore gli avrebbe mai chiesto un favore o una assunzione. Mai. A testimonianza di ciò, come ho detto in altra occasione, quando la mamma di un consigliere comunale fu ricoverata al pronto soccorso e voleva notizie più certe e dirette dalla clinica, mi fece chiamare da un parente comune, “perché teneva scuorno di chiederlo a te “. E questa conversazione è stata di certo intercettata, ma ovviamente non conta, contano quelle estrapolate, tagliate e non contestualizzate. Contano quelle per sostenere teoremi privi di fondamento. Questo per far capire a che livello era il rapporto tra Amministrazione e Clinica Pinetagrande. In cinque anni nessun consigliere o assessore mi ha mai chiesto un favore per il mio ruolo. Mai, tanto più per la clinica. Ci sono parenti di amministratori che lavorano in clinica? Sì, due, ma di certo sono stati assunti perché capaci e non perché qualcuno li ha raccomandati. Uno di loro, quando chiesi notizie al dottore Schiavone (perché pur confidando ciecamente nella onestà dei miei amministratori mi era arrivata qualche cattiveria dalla piazza) manco sapeva che lavorava per lui! Mia mamma, ricoverata più volte, ha sempre pagato le visite specialistiche non convenzionate. Anche mio padre. Anche io. Ho preso accordi col personale della clinica, mettendoli in difficoltà per pagare. “Ci mette in difficoltà, se lo sa il dottore si arrabbia”. “Prenda i soldi, il dottore non lo saprà mai nulla”.

Anche il parcheggio ho sempre pagato. Anche le visite delle persone in difficoltà. Anzi, mia mamma ha sempre portato, pur pagando, marmellata e biscotti per il dottore e suoi collaboratori perché si sentiva in difficoltà dell’attenzione (almeno quella) ricevuta per essere la mamma del Sindaco! Il consiglio comunale ha dato la concessione in modo illegittimo? Anzitutto l’iter tecnico amministrativo è stato fatto sotto i commissari e con lo stesso criterio della Chiesa di Pinetamare. Sequestreranno anche questa? Poi, il consiglio comunale si esprime su un giudizio politico di interesse pubblico non certo sulle questioni tecniche. Se in consiglio comunale arriva una proposta con una istruttoria e un parere regolare è chiaro che devi pensare solo alla valenza politica dell’atto.”