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Patron Lea contro Velardi: “Devo riaprire capannone per i rifiuti, solo per metterlo nel c…. al sindaco”

Marcianise. Date a Cesare quel che è di Cesare. Siccome abbiamo la fortuna di poter scrivere ciò che pensiamo stavolta non possiamo tacere su un aspetto: Antonello Velardi, sindaco di Marcianise, ha provato a fare da argine allo “schifo” emerso in queste ore a proposito dello scandalo Lea con due arresti eseguiti dagli uomini della Guardia di Finanza, guidata dal capitano Gennaro Colarusso. Nulla che non fosse già stato detto o scritto proprio dal primo cittadino che a luglio 2018 aveva chiuso l’impianto sollecitando anche gli inquirenti.

Se 10 giorni fa nell’analisi della vicenda Interporto, abbiamo evidenziato le falle emerse nell’inchiesta sulla corretta gestione da parte anche della sua amministrazione in quella delicata fase, stavolta è giusto sottolineare quanto è stato invece fatto per far sì che il “vaso di Pandora” venisse scoperchiato. E a dirlo stavolta non siamo noi, che, senza padrini, possiamo concederci il lusso di registrare fedelmente ciò che accade.

A “lodare” involontariamente l’operato di Velardi ci pensa proprio l’indagato chiave dell’operazione condotta questa mattina dalla Guardia di Finanza di Marcianise: Angelo Egisto, 33enne imprenditore di Marigliano, patron di Lea. E’ l’11 novembre 2018 quando il giovane amministratore della società viene intercettato dalle fiamme gialle mentre (s)parla del sindaco. A luglio Velardi aveva disposto la chiusura dell’impianto, atto cruciale dell’estate dell’Asi beach, come da definizione dello stesso amministratore comunale.

“Mi devo togliere lo sfizio di riaprire un’altra volta il capannone e di depositare un’altra volta i rifiuti per avere il gusto di metterlo nel c… a quell’uomo di me… del sindaco, quello sporco” dice Egisto mentre è in auto con una persona. Le parole vengono dette dopo il sequestro dell’impianto e per il gip Ivana Salvatore denotano una “volontà dell’indagato di riavviare le proprietà attività nel settore dei rifiuti anche con modalità illecite.”

Il post del sindaco dell’epoca

Era l’11 luglio 2018 quando il sindaco scrisse questo post contro la Lea: “Abbiamo chiuso l’impianto per lo smaltimento dei rifiuti nella zona industriale di Marcianise davanti al quale avevamo piantato l’ombrellone e le sdraio allestendo l’Asi Beach. Ho firmato poco fa l’ordinanza di sospensione di ogni attività, notificata ai titolari della Lea, la società che gestisce il sito della monnezza. Non sentiremo più la puzza che ci ammorbava notte e giorno, non vedremo più i camion stracarichi di monnezza entrare e uscire dall’impianto.

Ho firmato l’ordinanza sulla scorta di una comunicazione del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Caserta che segnala una situazione molto grave all’interno dell’impianto. La comunicazione è stata inviata non solo al Comune ma anche alla prefettura di Caserta e alla Procura di Santa Maria Capua Vetere. La storia non finisce qui: ne vedremo ancora delle belle. La sospensione di ogni attività fa seguito al presidio dell’area avviato dieci giorni fa; siamo ora pronti a spostare il lido Asi Beach in altre strade della zona industriale di Marcianise, lì dove sono segnalate altre notizie (da verificare) di altri impianti pericolosi. E’ finita un’epoca, ne comincia un’altra. Difenderemo con il coltello tra i denti la nostra salute, la salute di tutti i marcianisani. Spero vivamente che la nostra azione ridesti le istituzioni operanti sul territorio che finora sono rimaste silenti, in un meccanismo di complicità diffusa che le nostre coscienze non possono accettare e non accetteranno. Spero anche che la nostra azione sia presa come riferimento da altri amministratori di quei Comuni maggiormente martoriati dall’emergenza ambientale.

Dedico questa vittoria a tutti i marcianisani che non ce l’hanno fatta. A coloro che sono caduti lungo la strada, di ogni età, di ogni condizione sociale, stroncati dal cancro e dalle malattie originate da una politica cieca, meschina di totale disattenzione alle tematiche dell’ambiente. Dedico, in particolare, l’ordinanza che ho appena firmato a chi in queste ore sta combattendo la battaglia contro la morte.”