Marcianise. Guardando alla mole di ricorsi e alle pendenze ancora in essere, Interporto e Comune di Marcianise dovrebbero essere su sponde contrapposte almeno per quando riguarda gli interessi. Invece società ed Ente municipale diventano così affini al punto da condividere anche gli stessi professionisti, seppur in momenti e fasi diversi.
Secondo l’impianto accusatorio della Procura, suffragato dal gip Orazio Rossi, uno degli indizi decisivi per configurare l’ipotesi di reato di abuso di ufficio arriva nel maggio del 2016 quando alla riunione dell’Interporto si presenta in rappresentanza del Comune di Marcianise l’allora capo dell’Utc Gennaro Spasiano. Con lui c’è anche l’avvocato Luigi Maria D’Angiolella, del tutto estraneo all’inchiesta, che però conosce bene gli uomini al vertice del gruppo coinvolto. Ha un ruolo chiave dal punto di vista professionale avendo difeso l’Ise poi supportando all’epoca dei fatti da consulente il lavoro dell’ufficio tecnico.
Come evidenziato anche nell’ordinanza D’Angiolella ha rappresentato la società di cui fanno parte sia Interporto Sud Europa che “Agli Antichi Splendori” in due procedimenti al Tar, ma assume l’incarico anche di consulente tecnico del Comune che sta per rilasciare i permessi a costruire che saranno poi oggetto di indagine.
Per il gip Rossi è evidente che D’Angiolella (del tutto legittimamente, ndr) ha supportato dal punto di vista giuridico Spasiano arrivando a parlare addirittura a parlare di “doppio ruolo” assunto dal professionista nella vicenda Interporto. Da legale di Barletta in sede civile a consulente del Comune nella delicata fase dei permessi concessi dall’ufficio di Spasiano. Un segnale dei rapporti strettissimi tra gli imprenditori e il dirigente in servizio a Marcianise, che la Procura ritiene “una collusione” al punto di chiedere e ottenere per l’ex funzionario della Provincia gli arresti domiciliari e la contestazione del reato di abuso d’ufficio.