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Tre famiglie si dividono 8 zone, la divisione a Capua e dintorni. A Smcv vuoto di potere dopo la lotta

Capua/Santa Maria Capua Vetere. E’ figlia delle indagini portate avanti da luglio a dicembre 2018 la situazione che fotografa la Direzione Investigativa Antimafia nel suo passaggio della relazione relativo alla provincia di Caserta. Una specifica particolarmente importante se si tiene conto dello scenario delineato tra Santa Maria Capua Vetere, Capua e agro caleno.

Una mappa classica, basic si direbbe ora, con le solite famiglie a dividersi gli affari. In realtà la situazione delle ultime settimane descrive altro con piccoli gruppi che hanno intrattenuto rapporti con diramazioni dei Casalesi in modo da gestire business, a lungo o breve termine.

Partiamo da Capua che viene così descritta nella realazione: “Nell’area capuana, che comprende i comuni di S. Maria La Fossa, Capua, Vitulazio, Bellona, Triflisco, Grazzanise, Sparanise e Pignataro Maggiore, permane l’influenza dei gruppi MEZZERO, PAPA, LIGATO”. Il riferimento ai Casalesi c’è nell’incipit, ma non basta a descrivere ciò che poi sarebbe accaduto di lì a poco. I Ligato e i Mezzero sono tornati anche in altre inchieste su Capua, ma, così come altre famiglie, nell’ombra di qualche pezzo grosso di ciò che resta della federazione casalese.

A Capua persone vicine alle cosche più importanti, Schiavone e Zagaria sembrano essersi divise gli affari per competenze: droga ai primi (l’asse col figlio di Elio Diana è solo l’ultima spia), infiltrazioni negli appalti ai secondi (come hanno raccontato diversi pentiti nell’inchiesta Antropoli).

A Santa Maria Capua Vetere, il fuoco cova sotto la cenere: la faida degli anni scorsi e i pentimenti hanno di fatto alleggerito di grossi calibri le organizzazioni che controllavano lo spaccio di droga, ormai delocalizzato verso Capua e i centri vicini. Nella sua relazione la Dia fa ancora riferimento a “due gruppi criminali attivi: la famiglia DEL GAUDIO-Bellagiò e l’antagonista famiglia FAVA, entrambi gravitanti nell’orbita del cartello dei CASALESI”. A faida ampiamente conclusa lo scenario sembra mutato, ma non si è ancora passati al successivo capitolo, con qualche reduce (pochissimi a dire il vero) di quella stagione ancora in attività. Tra l’Appia e il Caleno a tirare ormai è quasi solo il business droga, anche per i figli dei boss.